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Sabrina Tambuscio IV H Liceo Scientifico "G.Berto" Vibo Valentia (2009)

Se realtà e finzione si mescolano

(2° premio Fondazione Carical - “Incontro con l’autore”)
 

"LA CAROVANA Zanardelli" è la chiara dimostrazione di un romanzo in cui realtà e finzione si mescolano. Un romanzo corale che tra un episodio ed un altro descrive una parte dell'Italia in difficoltà, che tra problemi ed insoddisfazioni, mantiene vivo il suo battito per non essere dimenticata.
Il capolavoro di Giuseppe Lupo è un libro in cui l'autore tra viaggi ed incontri politici, mette in risalto quella frangia dello Stato, "una landa di lamiere", molto spesso abbandonata, tramite una accurata documentazione storica e con l'utilizzo
di un linguaggio adatto al tema che si affronta.
Lupo narra, in effetti, del viaggio intrapreso nel 1902 da Zanardelli, l'allora Presidente del consiglio che, dopo aver visitato la Campania, giunge in Basilicata, una delle tante regioni meridionali colpite dal degrado economico-sociale. Ogni città in cui Zanardelli sosta, nonostante le difficili condizioni in cui riversa, è un paese in festa i cui cittadini accolgono il Primo Ministro con cartelloni, musiche, bandiere, e in particolare con speranza, quella fede che arde in ognuno, che li porta a considerarlo quasi un Messia giunto a salvarli da un male incontenibile, dal "demone della fantasia" di cui si sentono prigionieri. E Zanardelli, quasi commosso, dimostra di voler conoscere la Basilicata e conoscerla significa amarla. E' proprio su questo viaggio che si incentra l'opera. Intorno ad esso si intrecciano storie e vicende umane raccontate da un narratore onnisciente, che in molte parti fa capire di conoscere l'intera storia. Questo viaggio di 12 giorni, oltre che il degrado sociale, fa emergere anche quei rituali politici caratteristici, allora come in parte anche oggi di questo tipo di manifestazioni. Incontri con personaggi importanti del luogo e con politici sono all'ordine del giorno.
Ma di rilievo in questo contesto è la "carovana", il seguito di politici, acculturati, medici e giornalisti che accompagnano
Zanardelli nei vari paesi in festa. Ognuno di essi con una storia importante, che colpisce il lettore. Ognuno descritto nei più piccoli particolari, anche con nomi di fantasia, ma dal ruolo primario per il buon esito della narrazione. Un po' forse come l'entralecement, quell'intreccio a incastro tipico dell'Ariosto, secondo cui ogni storia parallela a quella principale veniva usata per il buon finale dell'opera. Anche da qui si può sottolineare il talento narrativo di Giuseppe Lupo, scrittore e saggi sta italiano ora insegnante di letteratura contemporanea all'Università Cattolica di Brescia.
Uomo dalla cultura gigantesca, vincitore di importanti premi come il Premio Giuseppe Berlo o il Premio Mondello, che
nei suoi saggi combina la letteratura del '900 con il linguaggio dell'espressività moderna. Attratto profondamente dal romanzo storico-antropologico e La carovana Zanardelli ne è un esempio emblematico.
Lupo è stato altrettanto abile nel conferire al testo quel tocco di comicità, non troppo accentuata, che rende la lettura
più piacevole, insieme con la descrizione a tutto tondo dei personaggi dell'opera. Ne è un esempio Tino Robilante, aspirante fotografo di successo, che fugge il giorno prima del matrimonio per unirsi alla carovana sullo "Chevalnoir", il treno di Zanardelli, vero e proprio capolavoro industriale. L'opera inizia e, in parte, termina con lui, pronto a registrare l'attentato del secolo.
Tutto ciò è reso più interessante dalla comparsa di personaggi sconosciuti e da quegli indizi di congiura progettata contro
Zanardelli da qualche anarchico che fanno assumere all'opera quasi i tratti di un giallo.
Ciò alimenta la curiosità del lettore fino alle ultime pagine. Negrofante, Leontolsloi, Miss Simonson (la cui bellezza sconvolge la tranquillità della carovana), Mr Bentheleim rendono il romanzo ancora più avvincente, anche quando l'atmosfera entusiasmante che ha accompagnato il viaggio va scemandosi con la dura presa di coscienza dello stesso presidente che, allo scadere della missione, comincia a sentire il peso dei suoi 72 anni e aumenta il sospetto che questo viaggio "gli fosse stato fatale". E' certo però che questa città gli abbia lasciato un segno profondo. Tornato a Roma, infatti, investe una notevole somma di dentro per far "fronte alle varie esigenze dei lucani. Un libro interessante e dai contenuti edificanti i cui precetti morali e sociali sono percepibili in ogni singolo rigo della narrazione. Merita perciò di essere letto.

 

Giuseppe Lupo, La carovana Zanardelli
Marsilio pp. 212 €16,50