CALABRIA TERRA BALLERINA “Ebbe luogo alle 2.45 e non alle 3.46, fu di due tipi ondulatorio e sussultorio e durò circa 30 secondi, con prosecuzioni poi a più riprese”. Questa è la descrizione scritta da Mazzitelli parroco di Caria (VV) nel suo libro “ Notizie storiche di Caria” del terremoto dell’otto settembre 1905.. .. La Calabria è una delle regioni dell’Italia più a rischio terremoti, nella sua storia i più catastrofici furono il terremoto del 1783 che fu accompagnato da un maremoto ( secondo una mia teoria e consultando alcune mappe di Troppa fu proprio questo maremoto che la famosa Isola di Tropea si congiunse alla terra ferma) e da altre 4 scosse che causò 35 mila morti e quello del 1908 che fu seguito da un’onda di maremoto che rase al suolo le città di Reggio e Messina e quasi tutti i paesi da Palmi a Melito Porto Salvo e da Punta faro a Taormina, provocò circa 90 mila vittime, riuscirono meno fatali ai centri abitati posti lungo la costa tirrenica da Capo Vaticano a Capo Suvero (secondo le testimonianze Tropea non fu colpita da questo terremoto, solo la Chiesa dell’isola fu in parte distrutta). In complesso secondo i dati governativi da quel sisma furono distrutti o gravemente danneggiati 326 comuni con 753 centri abitati di cui 135 nel catanzarese 107 nel casentino e 84 nel reggino ( le prov. di Vibo e Crotone non esistevano). Si calcolò che le case crollate e non suscettibili di riparazione ammontavano a circa 8220 di cui il 75 % nel catanzarese le vittime 557 i feriti 2615 ed a 300000 i senza tetto. Paesi come Parghelia, Piscopio, Zammarò, San Leo di Briatico, Stefanaconi, furono rasi completamente al suolo. Le persone nelle zone di Capo Vaticano, dopo il terremoto andarono a rifugiarsi nelle campagne e ritornarono nei propri paesi solo dopo qualche giorno cioè quando i militari arrivarono per mantenere l’ordine pubblico. Il Re stesso giunse dopo 3 giorni nelle zone terremotate, vedendo tale catastrofe il governo promise l’esenzione per 5 anni delle imposte e sovrimposte sui terreni e fabbricati nei comuni colpiti dal terremoto ma tale promessa non andò oltre l’anno 1906. Sono trascorsi 100 anni dal quel tragico evento e sicuramente altri terremoti ci saranno in futuro, nel Mar Tirreno ci sono vulcani pronti a liberare tutta la loro energia per creare maremoti. Il primo si chiama Marsili, nato circa un milione di anni fa, si trova a nord delle isole Eolie è lungo 65km largo 40 si solleva per 3.000 metri dal fondo del Tirreno e resta 500 metri sotto il livello del mare ed è ancora attivo e una frana sottomarina può provocare un maremoto che potrebbe colpire tutta la Calabria – Sicilia Tirrenica ed oltre. Il Secondo si chiama Vavilov ed è molto più pericoloso del primo, si trova a nord si Ustica ed è nato 4 milioni di anni fa. Misura 40 km di lunghezza 15 di larghezza e alto circa 2.800 metri ed ha delle vette che si ergano fino a 800 metri sotto il livello del mare. Altri pericoli per un tsunami vengono da faro del Tirreno.. (lo Stromboli) che con una sua possibile esplosione potrebbe creare onde alte più di 8- 10 metri dirette verso le mete turistiche più importanti della Calabria e Sicilia e che secondo del periodo potrebbero provocare molte perdite di vite umane. I terremoti, le eruzioni, i maremoti non sono prevedibili ed è il prezzo che dobbiamo pagare in quanto ci troviamo in una regione del Mondo dove 2 placche si scontrano ( la placca Africana e quella Euro-asiatica) e quindi dobbiamo prepararci per il futuro con la nuova tecnologia che ci permette di dare almeno un allarme alla popolazione per non creare il Caos e di mettersi al riparo prima di un Tsunami.