MARZO 2010

 


Catanzarese Stefano Gallo - Stefanaconi c5  4- 4
Bellissima partita giocata da due squadre che meritano ampiamente il loro posto in classifica, una partita giocata da entrambe a viso aperto senza timori reverenziali dimostrati dallo Stefanaconi c5 verso la compagine che fin qui ha dominato il campionato; un primo tempo dominato dallo Stefanaconi c5, se si escludono i minuti finali quando due disattenzioni in difesa hanno permesso ai padroni di casa di rimettersi in partita. Un inizio di secondo tempo sotto tono da parte della nostra squadra ha permesso allo Stefano Gallo di ribaltare il risultato, ma quando sembrava che la partita prendesse una brutta piega, ecco venire fuori il vero carattere dello Stefanaconi che, anche se ha pareggiato i conti con una autorete, avrebbe anche meritato la vittoria se alcune vistose occasioni sottoporta si fossero concretizzate.
Il pareggio comunque va anche bene facendo muovere la classifica verso il traguardo dei play off.
Attilio Bartalotta (17 marzo 2010)

Grande partita dei leoni giallorossi contro l' armata catanzarese che domina il campionato sin dalla prima giornata.. A mio parere la partita piu' bella disputata fino ad oggi dai nostri ragazzi..!!! Si parte alla grande con il primo gol siglato dal sottoscritto, a seguire Marco Gugliotta e Mandarano Antonio.. Poi nel secondo tempo chiude i conti Michele Defina siglando il definitivo 4 a 4.. Difronte all' imponenza degli avversari non ci siamo tirati indietro, anzi agli occhi di tutti per quante occasioni abbiamo avuto meritavano largamente di vincere... Abbiamo dimostrato a tutti che la posizione che occupiamo in classifica la meritiamo senza se e senza ma...(2°) .....Ora sotto a chi tocca...!!!! SABATO ORE 15:00 CENTRO SPORTIVO POLIVALENTE DI STEFANACONI - STEFANACONI C5 -- JONATHAN VIBO MARINA.. FORZA RAGAZZI..!!!!!  Paolo Franzè


Consiglio comunale del 15 marzo


Five Soccer Stefanaconi - Tigers 91 Catanzaro  12 - 3

Arriva la prima sconfitta della stagione per la Catanzarese Stefano Gallo da parte del Futsal Filadelfia e deve rimandare la promozione anticipata al campionato di serie C/2. Per la Five Soccer Stefanaconi, visti i risultati delle altre squadre, la qualificazione ai Play off si fa sempre più difficile... ma bisogna crederci e sperare fino alla fine convinti di poter fare bene e onorare questa stagione nel migliore dei modi!   Salvatore Solano (14 marzo 2010)


Monterosso - Stefanaconi Calcio A5  2 - 4

Partita giocata interamente sul piano fisico con repentini cambi di gioco. Lo Stefanaconi C5  ha dovuto dare il meglio di se per portare a casa la vittoria contro una squadra data in netta caduta. Numerosi gli errori commessi dai giocatori in campo; da dimenticare la conduzione arbitrale. Un appunto è d'obbligo verso tutti i componenti la nostra squadra: da qualche tempo a questa parte alcuni finali di partite sono contrassegnate da zuffe e da minacce verso gli avversari, che per una società, che da  anni frequenta questo campionato, certi atteggiamenti dovrebbero essere ormai superati. Ci auguriamo che quello di oggi sia l'ultimo episodio spiacevole da registrare.

Attilio Bartalotta (13 marrzo 2010)


da "Il quotidiano della Calabria" dell'11 marzo 2010 di Nando Scarmozzino

Stefanaconi. Maggioranza e opposizione unite nel contrasto al fenomeno criminale

Fronte comune contro l’illegalità

Dopo le intimidazioni al sindaco e i colpi di pistola contro il Municipio

Unità, attenzione, lavoro. Queste le parole cardine del discorso pronunciato dal sindaco Saverio Franzè nel corso del consiglio straordinario, convocato per condannare e non dimenticare gli atti criminosi che a Stefanaconi si ripetono con cadenza impressionante da un mese circa a questa parte, ultimo in ordine di tempo quello (diversi colpi di revolver) perpetrato ai danni del palazzo municipale.
Una sfida, quella messa in atto dalla criminalità, che ha creato indubbiamente un clima di tensione e sta mettendo a dura prova la vita democratica di tutta la comunità di Stefanaconi. Saverio Franzè ha parlato in modo essenziale e determinato, con chiarezza. «Il consiglio comunale straordinario di stasera (martedì scorso, ndr) dovrà essere espressione delle aspettative dell'intera comunità con la quale - ha detto - noi condividiamo la forte preoccupazione e lo sdegno ed alla quale, però, dobbiamo garantire tutta la nostra determinazione nel contrastare ogni tipo di fenomeno malavitoso».
In che modo, lo ha subito chiarito: «Dovremo dimostrare intanto di essere uniti nella difesa della legalità e della sicurezza dei nostri concittadini trasferendo un messaggio di forte compattezza, di volontà politica unitaria, di reazione e di condanna». L'unità, cui tanto si è richiamato il primo cittadino, dovrà coinvolgere tutte le forze politiche, le istituzioni, i cittadini stessi, la scuola, le associazioni, la chiesa. Il che non basterebbe se da parte delle istituzioni e degli apparati investigativi e giudiziari non arrivasse in questa delicata fase «un preciso segnale di attenzione attraverso - ha osservato il sindaco - un aumento degli organici delle forze dell'ordine e della magistratura, con un piano di controllo adeguato alle mutate esigenze del contesto sociale, con la messa in campo di iniziative e strategie finalizzate alla prevenzione, al contrasto e quindi alla sicurezza del nostro territorio».
Non ha mancato di puntare i riflettori sul fatto che il paese di Stefanaconi continua a subire un vero e proprio isolamento. Tanti giovani vanno via per la mancanza di lavoro. Il sindaco Saverio Franzè ha chiesto perciò anche «importanti segnali di attenzione istituzionale verso
Stefanaconi; un'attenzione verso i tantissimi giovani senza lavoro, verso gli imprenditori che perfino le banche - ha dichiarato - valutano con diffidenza, verso le famiglie dove c'è tanto disagio e puntuale mancanza di lavoro, mentre il commercio e le attività delle piccole imprese e dei tanti artigiani stanno morendo e gli anziani diventano sempre più numerosi».
Dal canto suo ha assicurato: «Il momento di grande difficoltà che oggi vive Stefanaconi io andrò a rappresentarlo al presidente della nuova giunta regionale della Calabria». Un segnale importante, comunque, la seduta dell'altro ieri lo ha fatto emergere subito. Si è trattato della univoca reazione da parte della maggioranza e della minoranza, che hanno entrambe parlato con una voce sola.
Dai consiglieri Barbuto, Cugliari (maggioranza), Griffo, Di Si, Maluccio, Carullo (minoranza), è stata rinnovata la fiducia al sindaco ed alla linea da lui tracciata. Fortunato Griffo, capogruppo dell'opposizione, in particolare ha posto l'accento sulla necessità di puntare sulle scuole e sulla cultura, riaprendo la biblioteca comunale e diffondendo la cultura della legalità. «E' una battaglia senza colore politico”, ha anche affermato. Sono state parole forti, provenienti direttamente dal cuore, quelle dette da don Salvatore Santaguida, parroco della comunità di Stefanaconi. «Qui c'è l'anti Stato, la mafia. Ciascuno di noi deve indignarsi. E' triste ritrovarsi sempre qui». Questo, inoltre, l'appello ai politici da parte del parroco. «Dovete avere il coraggio di investire in cultura, che manca, nel lavoro, da subito. Sono 17 anni - ha rilevato - che si attendono fatti concreti».
Hanno auspicato «un impegno diverso, straordinario dello Stato», l'ing. Fiumara, il presidente della provincia De Nisi, il sindaco di Vibo Valentia Sammarco, il rappresentante del Partito della rifondazione comunista Malerba. Ha voluto sollecitare la gente del posto, ma non solo, a «un risveglio delle coscienze » e di «uscire allo scoperto», il rappresentante di “Libera” don Giuseppe Fiorillo.
Solidarietà, infine, al sindaco, al consiglio comunale ed alla gente di Stefanaconi hanno con la loro presenza esternato i sindaci di Mileto, Varone, e di San Costantino, Borrello.


Il sindaco Saverio Franzè durante l'intervento. A sinistra il gruppo di maggioranza e a destra l'opposizione

da Calabria Ora del 10 marzo 2010  - Salvatore Berlingieri

Stefanaconi reagisce alla violenza
Il messaggio del Vibonese al primo cittadino: «Vai avanti, non sei solo»

Tutti presenti. Per abbattere gli steccati ideologici e dire no a qualsiasi forma di violenza intimidatrice. Per affermare la supremazia delle istituzioni, pronti a reagire contro qualsiasi iniziativa di destabilizzazione. Dal consiglio comunale di Stefanaconi, convocato in sessione aperta ed urgente, emerge un segnale nuovo, caratterizzato dalla volontà di creare un fronte unitario. Un presidio a difesa delle istituzioni democraticamente elette. Maggioranza ed opposizione mettono da parte qualsiasi divergenza.

Così come i partiti, che manifestano la volontà di stringersi attorno ad una comunità provata da tutta questa escalation di violenza. Da ieri il
sindaco Saverio Franzè è consapevole di non essere da solo. E se le parole sono accompagnate da azioni concrete allora l’intento del presidente del consiglio comunale, Filippo Solano, è raggiunto. Lui, in apertura di seduta, invita «ad una presa di coscienza collettiva. I fatti - chiosa - li conosciamo tutti. Ora è tempo di reagire». Reazione è la parola d’ordine. Reazione convinta. Ferma e determinata. Perchè, come ricorda il primo cittadino, «in questo percorso di crescita e di civiltà siamo chiamati tutti, ognuno secondo il proprio ruolo. Ma è soprattutto questo consiglio comunale, che è l’espressione istituzionale più alta della nostra comunità, a dover assumere, così come assume, l’impegno forte di contrastare ogni forma di prevaricazione e di violenza, per difendere la sicurezza e la convivenza civile di Stefanaconi».

Un appello all’unità, affinchè «cessi questo stato di tensione e di paura». Quella di Stefanaconi, rileva il primo cittadino, «è una comunità fortemente turbata per quanto si sta verificando in questi sofferti frangenti», ed è per questo che chiede «alle istituzioni un segnale di attenzione», perchè «l’emergenza che stiamo vivendo non va in alcun modo sottovalutata o ridimensionata». Quello di Saverio Franzè è un appello all’unità, alla condivisione di una strategia comune di intervento. Forte e decisa. Il sindaco, si diceva, da ieri è consapevole di non essere da solo. Insieme a lui ci sono le forze sane del paese, le associazioni, la chiesa, i partiti politici. Tutti presenti, con le parole, con i fatti. Con la ferma volontà di reagire.

«La Stefanaconi che vuole guardare avanti - chiosa l’assessore Fortunato Cugliari - è presente». Poi aggiunge: «Nonostante queste tristi vicende che sconvolgono tutti, l’azione amministrativa non deve cambiare direzione». Unità, rileva il capogruppo dell’opposizione Fortunato Griffo, «contro un’intimidazione che offende, che indigna, a fronte della quale ci vuole un’azione forte e decisa. Perchè - aggiunge - il doloroso silenzio giova solo alla tracotanza criminale». E, poi, rivolto al primo cittadino: «In questa battaglia di legalità io sono con lei». Dal canto suo il capogruppo del Pdl, Rosaria Barbuto, rafforza il sostegno al primo cittadino, esprimendo «sincera solidarietà e vicinanza», invocando una «risposta forte, unanime e decisa, per consentire all’amministrazione di esercitare, fino in fondo, il proprio ruolo. Noi - conclude la Barbuto -  siamo con lei, siamo al suo fianco e sosterremo con determinazione la sua azione e quella della giunta». Solidarietà e vicinanza anche da parte degli altri consiglieri di opposizione, Salvatore Di Sì, Domenico Maluccio e Nicola Carullo. Anche
da loro l’invito a «restare uniti ». A sostenere l’azione degli amministratori di Stefanaconi arrivano anche i sindaci di Vibo Valentia, Mileto e San Constantino - Franco Sammarco, Vincenzo Varone e Domenico Borello. Insieme a loro il presidente dell’associazione Libera don Giuseppe Fiorillo, il parroco don Salvatore Santaguida e poi, ancora, Matteo Malerba di Rifondazione comunista, Pasquale Franzè del Pdl e Amerigo Fiumara della Comunità montana Alto Mesima. Il richiamo di don Fiorillo e don Santaguida è quello tipico degli uomini di Chiesa, abituati a chiamare le cose con il loro nome, esortando i mafiosi «alla conversione».
Da loro anche un messaggio di speranza, contenuto in quella fede cristiana capace di smuovere le coscienze. Tutti presenti, dunque, insieme al presidente dell’amministrazione provinciale Francesco De Nisi, giunto a Stefanaconi per abbracciare la comunità, nei confronti della quale riconferma tutto il suo impegno. De Nisi, rivolto al sindaco, chiosa: «La Provincia è con te. E’ al fianco di questa istituzione. E’ con te e con questa comunità, consapevole che «Stefanaconi non può essere messo in ginocchio, reagire è un dovere di tutti».


Stefanaconi calcio a5 - Tre Colli Catanzaro 9 - 1

Five Soccer Stefanaconi


Oggi al Polivalente si è assistito ad una partita di allenamento, tanta era la differenza tecnica tra le due squadre e d'altronde il risultato ne rispecchia in pieno l'andamento. C'è da sottolineare la prima rete in campionato dello "straniero" del gruppo - Zacaria - . Molto positiva la conduzione della signora arbitro anche aiutata dall'atteggiamento non molto nervoso dei giocatori in campo.
Della partita del Five Soccer non abbiamo notizie nè dell'orario d'inizio nè del risultato: alla prima novità ci faremo sentire.

Attilio Bartalotta (6 marzo 2010)


Disponibili due milioni di euro. L'intervento dovrà essere concluso entro cinque mesi
Tangenziale est, qualcosa si muove
L’amministrazione provinciale ha avviato la messa in sicurezza del costone

 

La frana di Maierato non ha fortunatamente provocato vittime ma grande allarme, richiamando l'attenzione internazionale sul nostro territorio considerato a grande rischio idrogeologico pur in un quadro di ampiezza regionale. Probabilmente è servita a sollecitare le istituzioni a muoversi, a intervenire soprattutto dove ancora maggiori sono le situazioni di pericolo. E' il caso, sul quale peraltro la stampa si è più volte occupata, della Tangenziale est che dovrebbe essere destinata a by-passare l'abitato di Vibo Valentia per ì mezzi che lasciata l'autostrada si debbono immettere sulla statale 18. Allo stato però esiste soltanto una grande spaccatura che è stata provocata nella collina che sovrasta l'abitato di Stefanaconi, la cui comunità non a torto teme per la sua incolumità tanto che il sindaco Savero Franzé ha reiteratamente lanciato appelli a destra e a manca, magistratura compresa.
Dalla Provincia è ora arrivata una nota stampa da cui risulta che la pratica era da tempo all'attenzione dell'Ente tanto che sono già
state avviate le procedure d'appalto per gli interventi di messa in sicurezza del costone e del tracciato stradale.
La paternità della notizia è del presidente, Francesco De Nisi, quale soggetto attuatore degli interventi di consolidamento idrogeologico
finanziati dalla Regione. I lavori, per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro, sono oggetto di un appalto che sarà pubblicato lunedì sulla Gazzetta ufficiale.
La gara è stata approntata, precisa la nota a firma del capo ufficio stampa, Enrico De Girolamo, sulla base del progetto di consolidamento
elaborato dagli uffici tecnici provinciali, che prevede, in particolare, l'istallazione nel terreno di speciali pali di fondazione lunghi  12 metri, ricavati con getti ad alta pressione di calcestruzzo.
Questi, una volta realizzati, sosterranno un muro di contenimento che si svilupperà lungo il terrapieno. Inoltre, è prevista la
stabilizzazione e la protezione delle scarpate contro l'erosione della pioggia attraverso l'istallazione di particolari reti in polipropilene,
nonché il rivestimento delle porzioni di roccia affioranti con gabbie metalliche.
Infine, l'appalto prevede anche interventi specifici riferiti al tracciato stradale, con l'utilizzo di pannelli isolanti, barriere di sicurezza e piantumazione di alberi e arbusti autoctoni. «I fondi sono stati trasferiti dalla Regione alcuni mesi fa - spiega De Nisi - e in questo lasso di tempo abbiamo provveduto ad elaborare il progetto ed a bandire la gara. Così come previsto dal capitolato d'appalto, la ditta aggiudicatrice dovrà concludere l'intervento entro 5 mesi. La priorità è innanzitutto la messa in sicurezza del costone, anche per scongiurare i timori di chi risiede a valle della strada, ma i lavori in questione sono comunque propedeutici al completamento della tangenziale, già oggetto di un accordo con la Regione che si è impegnata a finanziarlo


Dal sacerdote l’esortazione ai più giovani: «Abitate la nostra terra, ma serve una progettualità seria»
«Alla trincea preferisco l’altare»
Don Salvatore Santaguida commenta i recenti articoli sul “Caso Stefanaconi”

di Stefano Mandarano "Il Quotidiano" del 4 marzo

«Tra la "trincea" e l'altare io scelgo l'altare. Alla prima linea, preferisco l'impegno quotidiano rivolto alla mia comunità, alla sua crescita morale e spirituale senza velleità di protagonismo». Si indispettisce quasi, don Salvatore Santaguida, anche al solo sentire parole come “coraggio”o“eroismo”.
«Il mio- spiega - è l'impegno normale di un sacerdote normale che opera in coerenza con il proprio mandato apostolico. Punto. Non vorrei - aggiunge riferendosi agli articoli apparsi ieri sulla stampa - che qualcuno si facesse un'idea sbagliata associando alla mia persona l'immagine di “paladino” antimafia». Certo, sulla mafia, don Salvatore Santaguida, parroco di Stefanaconi, ha le idee chiare e in questo particolare frangente per il paese di cui da più quindici anni è la guida spirituale, non esita a esporle e a richiamare ciascuno alle proprie responsabilità.
«Lo Stato - dice - ci deve mettere in condizione di osservare le sue leggi e offrirci la possibilità concreta di ribellarci alle regole mafiose, perché al momento il potere della 'ndrangheta appare nettamente maggiore a quanto di buono ogni cittadino onesto possa solo tentare di realizzare». Sono gli stessi termini in cui don Salvatore Santaguida si è espresso domenica scorsa nell'omelia della messa principale, un vero e proprio appello rivolto non solo alle istituzioni ma anche ad ogni singolo cittadino perché trovi la forza e la speranza di poter dire definitivamente “no”alle forze che opprimono lo sviluppo e la stessa libertà personale dei singoli.
Due le considerazioni che il sacerdote ha inteso condividere dall'ambone della chiesa matrice: una a carattere sociale e una seconda dal taglio prettamente spirituale. «Tutti noi - ha detto don Salvatore nel corso dell'omelia - siamo immersi in un clima di paura e di disordine sociale, originato da estremi gesti di delinquenza che provocano sconforto, alimentano lo scoramento e la sfiducia in uno Stato che non riesce ad attuare misure adeguate proporzionate all'ampiezza del male».
Per il sacerdote, originario della vicina Sant'Onofrio, questo stato di cose penalizza «soprattutto i giovani che non riescono ad investire il loro futuro su questo e per questo territorio. Serve una progettualità seria che dia speranza ai giovani per poter rimanere in questa terra ed esprimere al meglio le loro potenzialità. Da quando sono qui a Stefanaconi - ha considerato con amarezza - più di 100 giovani sono definitivamente fuori perché hanno constatato una terra senza prospettive future. Ma lo Stato - si è chiesto - nelle sue istituzioni e con i suoi investimenti reali, cosa sta facendo per contrastare questi enormi fenomeni. Da che parte sta?». Dal lato spirituale, rivolgendosi ai credenti, soprattutto ai più giovani, è giunto dal sacerdote l'invito a «diventare protagonisti di un mondo dove regni la solidarietà, la giustizia, la comprensione e la pace. Abitiamo la nostra terra - ha esortato - vivendola dal di dentro e non soltanto da spettatori passivi.
Sfruttate il tempo della giovinezza e dello studio per crescere nella conoscenza di Cristo e del suo amore è l'unica via di promozione radicale per l'uomo. Dobbiamo acquisire una mentalità evangelica traducendo il vangelo in gesti concreti anche quando questo comporta dire dei no categorici o pagare prezzi alti».


Stefanaconi. Proposta una seduta straordinaria di Consiglio
Criminalità, per la minoranza «Necessaria una reazione forte»

di Stefano Mandarano "Il Quotidiano" del 4 marzo 2010

Sulla gravissima intimidazione indirizzata nei giorni scorsi al palazzo municipale si registra l'intervento del gruppo consiliare d'opposizione “Progetto Stefanaconi” che, attraverso il portavoce Fortunato Griffo, esprime la preoccupazione dei consiglieri comunali della minoranza rispetto all'innalzamento del livello di offensiva mafiosa, arrivata a colpire il simbolo stesso delle istituzioni locali e insieme ad esso, come ha giustamente osservato il sindaco Saverio Franzè, un'intera comunità.
«I colpi d'arma da fuoco contro il portone del palazzo municipale di Stefanaconi - scrivono i consiglieri - costituiscono un grave gesto intimidatorio, un vile messaggio rivolto all'intera amministrazione, un atto di una gravità inaudita che lascia esterrefatti e desta preoccupazione».
Carullo, Di Sì, Griffo, Maluccio descrivono «una comunità profondamente turbata e scossa da un vortice continuo di violenza e di paura scatenato da un susseguirsi di eventi: casi di lupara bianca, omicidi efferati, intimidazioni a danno di alcune attività commerciali, il tutto nel giro di poco tempo». Una comunità “sgomenta”che non deve essere “abbandonata”.
Un richiamo all'unità emerge ancora dallo scritto: «Davanti a simili episodi - si legge - non si può rimanere con le mani in mano, non si può assistere passivamente aspettando il prossimo episodio. E' necessario una reazione forte da parte delle istituzioni, della chiesa, delle associazioni, dei partiti politici, della società civile. E' necessario il massimo impegno per stroncare con fermezza azioni criminali che intendono condizionare e alterare la convivenza civile e democratica». E ancora, è necessaria per Progetto Stefanaconi «una presa di coscienza da parte del consiglio comunale nella sua interezza. E' necessario interrogarsi sulle iniziative che concretamente è possibile avviare».
I consiglieri di minoranza hanno in mente una precisa proposta. E la espongono: «Il prossimo consiglio comunale, convocato per l'8 marzo, si trasformi in un consiglio comunale straordinario aperto alla partecipazione di tutti i cittadini, come testimonianza di una non rassegnata volontà di combattere la sopraffazione mafiosa, riaffermando ancora una volta che la violenza non riuscirà a sopraffare le istituzioni democraticamente elette. Noi consiglieri comunali di “Progetto Stefanaconi” - garantiscono - faremo il nostro dovere».


Dopo le intimidazioni e le minacce
Il Pdl solidale con Franzè

"Il Quotidiano" del 4 marzo 2010

Dopo l'attentato al Comune di Stefanaconi e le minacce di morte recapitate al sindaco Saverio Franzè solidarietà è stata espressa all’amministratore locale dal senatore del Pdl Francesco Bevilacqua e dal candidato a sindaco al Comune di Vibo dello stesso partito, Nicola D'Agostino. «L'episodio riferito - scrivono i due esponenti del partito di centrodestra - dalla carta stampata ci lascia sgomenti e rafforza la nostra consapevolezza di quanto sia importante fare fronte comune dinanzi a qualsivoglia forma di prevaricazione che tenti di minare l'operato di chi è al servizio delle comunità locali.
Bisogna adottare misure volte a garantire sicurezza, legalità e presenza dello Stato, in un territorio che ha necessità di ripartire proprio da questi presupposti per poter avere reali possibilità di crescita e di sviluppo». Ne sono convinti i due leader vibonesi del Pdl che credono sia ora di ripensare alla nostra provincia ed alla Calabria dando priorità ad una serie di azioni di contrasto contro la violenza criminale. «Amministrare un territorio complesso come il nostro - concludono Bevilacqua e D'Agostino - nel segno della trasparenza è un obiettivo che va perseguito senza indugi e contro ogni forma di intimidazione ».

Anche il coordinamento di Stefanaconi del Pdl ha voluto esprimere solidarietà al sindaco Franzè, al gruppo del partito in consiglio comunale ed a tutta la compagine amministrativa per l’infame gesto intimidatorio. «Quello che è successo - ha affermato il coordinatore cittadino Pasquale Franzé -oltre a creare un avvelenato clima politico, offre un falso spaccato della comunità stefanaconese che, ancora una volta, assurge all’onore della cronaca non per la sua operosità ed alto senso democratico, ma per colpa di delinquenti che intendono rivendicare il proprio ruolo con la violenza e la intimidazione ». Da qui, la richiesta al primo cittadino e alla sua amministrazione a  non arrendersi.

Lo stesso coordinatore scende a fianco dell’amministratore «in questa lotta che è di tutti i cittadini che praticano i valori della legalità e della civile convivenza. Invitiamo i responsabili della sicurezza - conclude Pasquale Franzé - Prefetto e forze dell’ordine ad adoperarsi affinché anche a Stefanaconi si possa vivere in un clima sereno».


Attentato al Municipio, solidarietà di Pdl e gruppo di minoranza

(Gazzetta del Sud del 4 marzo 2010)

Dopo l’attentato al Municipio altri attestati di solidarietà al sindaco Saverio Franzè, che continua a rimanere alla guida dell’amministrazione comunale di Stefanaconi. A fare sentire la loro vicinanza sono stati il coordinatore cittadino del Pdl, Pasquale Franzè, il sen. Francesco Bevilacqua, il candidato a sindaco di Vibo Valentia del Pdl, Nicola D’Agostino, e il gruppo consiliare Progetto Stefanaconi.

Il coordinatore Franzè, dal canto suo, invita il primo cittadino e la sua amministrazione «a non arrendersi perché la lotta che sta portando avanti appartiene a tutta la comunità che crede fortemente nei valori della legalità e della civile convivenza».

Il sen. Bevilacqua e il candidato a sindaco D’Agostino si dicono sgomenti per quanto accaduto nel piccolo centro vibonese. «La vile intimidazione — sottolineano — rafforza la nostra consapevolezza di quanto sia importante fare fronte comune dinanzi a qualsivoglia forma di prevaricazione che tenti di minare l’operato di chi è al servizio delle comunità locali. Bisogna adottare misure volte a garantire sicurezza, legalità e presenza dello Stato, in un territorio che ha necessità di ripartire proprio da questi presupposti per poter avere reali possibilità di crescita e di sviluppo».

Solidarietà al sindaco Franzè anche da parte del gruppo consiliare Progetto Stefanaconi il quale ha sostenuto: «I colpi d’arma da fuoco indirizzati contro il portone d’ingresso del palazzo municipale di Stefanaconi, oltre ad offendere un’intera comunità, costituiscono un grave gesto intimidatorio, un vile messaggio rivolto all’intera amministrazione, un atto di una gravità inaudita che lascia esterrefatti e desta preoccupazione. Una comunità profondamente - ha aggiunto - turbata e scossa da un vortice continuo di violenza e paura scatenato da un susseguirsi di eventi: casi di lupara bianca, omicidi efferati, intimidazioni a danno di alcune attività commerciali, il tutto nel giro di poco tempo. Davanti a simili episodi è necessaria una reazione forte da parte delle Istituzioni, della Chiesa e delle associazioni».


Stefanaconi. Dopo i recenti episodi di violenza insorge il giovane parroco Salvatore Santaguida
«I talebani sono tra di noi»
Le forze in campo insufficienti a contrastare efficacemente la criminalità
di DOMENICO MOBILIO "Il Quotidiano" del 3 marzo 2010

«Le Istituzioni devono dire e far capire una volta per tutte se ai cittadini conviene di più osservare le leggi dello Stato o seguire i mafiosi».
E ancora: «Le forze messe in campo dallo Stato per fronteggiare la criminalità non appaiono proporzionate all'entità del male da combattere. E' paradossale che lo Stato italiano non risparmi energie per le missioni di pace all'estero nel combattere i talebani, e non si accorga che altrettanti “talebani” da sconfiggere sono presenti in Italia, sul nostro territorio ed in Calabria. Lo stesso sforzo di intelligence nella lotta ai talebani, lo Stato dovrebbe farlo nella lotta ai poteri criminali italiani ».
Queste frasi, don Salvatore Santaguida, giovane parroco di Stefanaconi, le ha pronunciate nell'omelia nel corso della messa domenicale a seguito dei recenti episodi di violenza avvenuti a Stefanaconi, paese che è quasi una periferia di Vibo Valentia. Don Salvatore è stato testimone di tutta una serie di delitti che non solo ha condannato, ma da essi e per essi ha sempre richiamato alle proprie responsabilità tutta la cosiddetta società civile che non è mai intervenuta adeguatamente sul "caso Stefanaconi".
Siamo andati a trovarlo e non solo ha confermato quanto detto in chiesa due giorni prima ma ha rimarcato come «Stefanaconi, pur a pochi chilometri da Vibo Valentia, continui a fare vita a se stante, quasi non riuscisse a guardare oltre i ristretti confini territoriali e ad inserirsi in un circuito di relazioni socio-economiche di più ampio respiro». Una considerazione amara, e non è stata la sola quella del giovane prete che si considera in trincea, ben sapendo che i colpi possono arrivargli da chiunque, anche da chi meno te lo aspetti in cerca magari di notorietà. Ovviamente don Salvatore domenica non poteva sapere che durante la notte quattro colpi di pistola sarebbero stati esplosi contro il portone del Palazzo municipale di Stefanaconi, facendo ritornare tra i suoi parrocchiani, tra la sua gente (è nato a Sant'Onofrio, paese attaccato a Stefanaconi) la paura. Una paura che diventa terrore quando la criminalità alza il tiro contro la "casa" comunale. Si tratta di segnali più allarmanti che mai, tanto da costringere i cittadini, dopo una certa ora, di rimanere rintanati in casa.
Tra le ipotesi è che il gesto criminale possa essere ricondotto alla decisione dell'amministrazione comunale di Stefanaconi di costituirsi parte civile nel processo per l'uccisione e la scomparsa del cadavere, il 19 ottobre 2007, del trentenne segretario cittadino dell'Udc Michele Penna. Quest'ultimo, sposato con la figlia del boss Nicola Bartolotta, avrebbe pagato con la vita - secondo l'accusa della Dda di Catanzaro - una relazione con la moglie di un detenuto appartenente al clan “Bartolotta-Matina-Petrolo”, ma soprattutto sarebbe stato eliminato per la volontà dello stesso Penna di staccarsi dalla cosca di origine e costituire un nuovo gruppo criminale.
Tralasciando, però, la costituzione di parte civile del Comune nel processo “Penna”, i quattro colpi di pistola contro il municipio potrebbero avere altre chiavi di lettura. Nella storia recente e passata di Stefanaconi, infatti, i clan locali hanno sempre esercitato una pressione asfissiante sugli amministratori al fine di avere il controllo diretto dei lavori pubblici. Sul territorio attualmente in corso lavori di riqualificazione urbana per 1.800.000,00 euro, una somma che fa gola alle consorterie locali, che gli inquirenti inquadrano da tempo in due storici schieramenti, sebbene solo alcuni riconosciuti tali con sentenza in giudicato. I nomi sono quelli di sempre: la 'ndrina “maggiore” dei Lopreiato, accanto alla “minore” costituita dai “Bartolotta-Matina-Petrolo” e dai Patania. Accanto a tali consorterie, però, ci sarebbe secondo i carabinieri, una serie di nuove leve criminali pronte a ritagliarsi un proprio spazio sul territorio, su cui altra pioggia di denaro pubblico è destinata ad arrivare per la messa in sicurezza del costone sottostante il Castello di Vibo e che sovrasta l'abitato di Stefanaconi,
perennemente a rischio frana. Fondi già stanziati in favore dell'Amministrazione provinciale da Agazio Loiero, commissario delegato per l'emergenza alluvione del 3 luglio 2006.
Tutto ciò, va ad inserirsi in un clima generale sempre più preoccupante. La bomba contro il supermercato di Fabio Franzè è solo l'ultimo episodio di un'escalation criminale che parte da lontano. Senza riandare in tempi remoti, quando dovette intervenire addirittura l'esercito per tutelare ì componenti della cosiddetta "primavera di Stefanaconi", che avrebbe portato alla guida del comune un'equipe di giovani con in testa il sindaco Elisabetta Carullo, ricordiamo succintamente quanto avvenuto dopo la scomparsa di Michele Penna. Il 13 dicembre 2007 a svanire nel nulla è stato Salvatore Foti, ritenuto l'esecutore materiale del delitto dell'assicuratore. Foti era uscito da poco dal carcere dopo aver scontato dieci anni per l'omicidio di Domenico Maurici, carrozziere di Zungri, assassinato davanti alla sua officina nel '96. Salvatore Foti, inoltre, è fratello di Francesca Foti, imputata insieme al marito Maurizio Sacchinelli di favoreggiamento personale nei confronti dei presunti responsabili della morte di Michele Penna. Altri fatti delittuosi hanno poi interessato Stefanaconi. Come l'omicidio, l'8 aprile 2008, di Antonino Lopreiato, ucciso davanti al suo negozio. Ancora oscuro il movente, ma sembra che la vittima mantenesse buoni rapporti con Michele Penna.
Il 14 settembre 2008 è stato poi dato alle fiamme anche un capannone utilizzato da Antonino Lopreiato, mentre lo scorso dicembre è stato preso di mira il distributore di benzina Api di Fortunato Patania. Ancora più pesante l'attentato del 30 dicembre 2009 quando una bomba ad alto potenziale ha distrutto il negozio di fiori di Annunziata Lo Schiavo e Domenico Lopreiato. In questo clima di crescente allarme e preoccupazione, Don Salvatore Santaguida ha inteso domenica scorsa lanciare pubblicamente, nel corso della propria omelia, il proprio grido di dolore a tutte le istituzioni. Sarà raccolto?


Dopo l’attentato al Municipio emergono nuovi e più inquietanti elementi investigativi

La criminalità soffoca Stefanaconi

Minacce di morte a sindaco e parroco

Le intimidazioni che risalgono a un mese fa sarebbero sempre collegate al processo Penna

(Nicola Lopreiato - Gazzetta del Sud – Mercoledì 3 marzo 2010)

 

Una sequenza di eventi criminali inarrestabile. Stefanaconi, piccolo centro alle porte di Vibo Valentia, piomba di nuovo nel baratro della paura. Sembra improvvisamente essere tornati agli anni Novanta quando lo Stato per fronteggiare l’attacco sferrato dalle cosche all’amministrazione in carica guidata dal sindaco Luisa Carullo decise di presidiare il territorio con l’intervento dell’Esercito a garanzia della comunità e dell’agibilità democratica.

Dopo l’attentato al Municipio, messo a segno nella notte tra domenica e lunedì scorsi, -quando ignoti hanno esploso sei colpi di revolver contro il portone, le indagini svelano episodi altrettanto inquietanti: minacce di morte sono state fatte recapitare al sindaco di Stefanaconi Saverio Franzè e al parroco del paese, don Salvatore Santaguida, mentre i tabelloni installati all’ingresso del paese indicanti l’entrata in funzione del servizio di videosorveglianza sono stati sfondati a colpi di pallettoni. Una sfida a tutto campo di fronte alla quale io Stato stenta a venirne a capo.

Anche se tutte le piste sembra portino alla scomparsa di Michele Penna, assicuratore di Stefanaconi, e alla costituzione di parte civile del Comune nel processo a carico dei presunti responsabili la cui sentenza è attesa per il 23 marzo.

Solo ieri, infatti, si è appreso delle “nuove” gravissime intimidazioni: il 19 maggio del 2009 una busta contenente un proiettile e un messaggio perentorio, “lascia stare i carcerati”, è stata fatto recapitare al sindaco Franzè. Un vicenda che gli investigatori non hanno perso un solo istante a collegare al processo Penna, in atto davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro, che era iniziato solo due settimane prima dell’avvertimento. Nella prima udienza il Comune si era costituito parte civile a difesa della legalità e contro la violenza criminale che offende la comunità del paese. Alla sbarra per la scomparsa di Penna, ci sono Antonio Emilio Bartolotta, 32 anni—che risponde di omicidio e occultamento di cadavere — ed i coniugi Maurizio Sacchinelli e Francesca Foti, quest’ultima sorella di Salvatore Foti, vittima della “lupara bianca”, che rispondono di favoreggiamento personale. Già processato e condannato a 16 anni di carcere Andrea Fori.

A distanza di mesi dal primo messaggio intimidatorio la violenza criminale è tornata a farsi avanti. Nel gennaio scorso altre due lettere minacciose contenenti un proiettile ciascuna sono state spedite al sindaco e al parroco don Salvatore Santaguida. Inequivocabile il messaggio rivolto a quest’ultimo: “Cerca di fare il prete e non lo sbirro”. Anche in questo caso la pista che i carabinieri seguono porta alla scomparsa di Michele Penna. Don Santaguida nell’autunno scorso si era posto alla testa di un gruppo di volontari, che aveva risposto all’appello della famiglia del giovane scomparso, per partecipare alle ricerche del corpo di Michele Penna, dopo che i periti nominati dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro avevano effettuato diversi scavi nelle campagne di Stefanaconi che non avevano sortito alcun esito. Per quasi tutta l’estate, infatti, escavatori dalle grandi pale guidati da georadar in grado di rilevare corpi ad una profondità di parecchi metri avevano rivoltato svariati ettari di terreno nelle zone più impervie che s’affacciano nella vallata del Mesima, ma del corpo del giovane, purtroppo, neanche l’ombra anche se, in più occasioni, gli investigatori erano convinti di essere vicini. Inutile è stato pure il lavoro dei volontari, che sono andati avanti per settimane sfidando il caldo e la pioggia e tra questi anche don Salvatore Santaguida e un gruppo di boy scout.

Dal giorno della scomparsa di Penna, avvenuta il 19 ottobre del 2007 a Stefanaconi sembra essersi riaperta una nuova stagione di violenza e intimidazioni sullo sfondo il cambio dell’assetto criminale, con le nuove leve che avanzano e tentano di scalzare i vecchi boss. Gli attentati di questi ultimi tempi ai danni di esercizi commerciali, potrebbero rientrare in questa nuova strategia.

Il caso Stefanaconi sarà al centro di un comitato per l’ordine e la sicurezza che il prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, ha convocato per questo pomeriggio. All’incontro sarà assente il sindaco Franzè, fuori sede per impegni assunti in precedenza. In primo piano il controllo del territorio. Il sindaco ha già fatto sapere senza mezzi termini che senza risposte adeguate sarà pronto a farsi da parte. Al vaglio del comitato, anche l’attentato contro il Municipio portato a termine con sei colpi di revolver che hanno danneggiato i vetri antisfondamento, mentre un proiettile ha pure centrato l’orologio marcatempo ubicato all’ingresso. Sul piano investigativo i carabinieri della stazione di Sant’Onofrio stanno cercando di valutare tutti gli elementi raccolti nelle prime ore delle indagini e quanto sta emergendo da una serie di perquisizioni che vengono effettuate tra Sant’Onofrio e Stefanaconi.


LETTERA DI SOLIDARIETA' INVIATA DA FRANZA IL PORTALE DI STEFANACONI

A SAVERIO FRANZE'

Caro Sindaco,
l’Associazione Culturale “Franza” il portale di Stefanaconi stigmatizza l’atto molto grave che merita la più ferma condanna e la più viva riprovazione.
Vista l’escalation di attentati intimidatori degli ultimi mesi, la misura a Stefanaconi è oramai colma, ancor di più ora che siamo costretti a registrare e a subire un gravissimo atto intimidatorio contro l’Amministrazione comunale, cioè contro tutta la comunità di Stefanaconi.
Un atto criminale di fronte al quale è necessario reagire con la massima forza per stroncare la spirale della violenza e dell’intimidazione. E’ giunta l’ora di dire basta una volta per tutte a questo stato di cose che non può e non deve più continuare.
Bisogna far quadrato attorno a Lei, e la mia associazione, per quanto è nelle sue possibilità, Le sarà accanto nella lotta. Le rinnoviamo dunque tutta la nostra vicinanza e tutta la nostra piena solidarietà. Affettuosi saluti.

 


Ancora messaggi di solidarietà

ATTENTATO A STEFANACONI

INVITO AL SINDACO A NON GETTARE LA SPUGNA

Ancora messaggi di solidarietà al sindaco di Stefanaconi, dopo l’attentato messo a segno contro il Municipio nella notte tra domenica e lunedì. Ignoti hanno esploso alcuni colpi di revolver contro il portone principale. Un atto intimidatorio, sul quale indaga il luogotenente Cannizzaro, che ha nuovamente acceso i riflettori sul piccolo centro agricolo, facendolo ripiombare nella paura, quella che per tanto tempo ha tenuto alta l’attenzione negli anni Novanta.
Ieri messaggi di solidarietà al sindaco sono stati espressi dal consigliere regionale Pietro Giamborino. «Un atto gravissimo—ha detto l’esponente del Pd— perpetrato nei confronti della comunità di Stefanaconi. Esorto il sindaco Saverio Franzè a non farsi intimidire e continuare nel suo impegno al servizio delle istituzioni. Sono certo — ha aggiunto ancora Giamborino—che il sindaco continuerà a svolgere il suo ruolo in favore della giustizia è della libertà».
Solidarietà a Saverio Franzè è stata espressa anche da Nino Macrì, esponente del Pdl della componente che fa riferimento a Pino Galati, e da Michele Pagano, commissario di Noi Sud Libertà e autonomia. «Un episodio — ha detto Pagano — che non può che essere condannato con sdegno». (Gazzetta del Sud del 3 marzo 2010)


 


Il primo cittadino, Saverio Franzé, invoca più uomini delle forze dell’ordine in paese
Colpi di pistola contro il Municipio
Grave attentato intimidatorio la scorsa notte a Stefanaconi, nel Vibonese
di GIANLUCA PRESTIA
 

Tre gravi attentati nel giro di due mesi. Il territorio di Stefanaconi, comune alle porte di Vibo Valentia, ripiomba in un clima di forte apprensione, per non dire paura. L’ultimo episodio in ordine di tempo è stato rivolto contro l’istituzione di riferimento della popolazione:
il Comune.
Sei colpi di pistola di grosso calibro, all’indirizzo del portone di ingresso del palazzo municipale che hanno danneggiato il vetro e i supporti all’altezza della serratura e l’orologio marca orario sito all’interno del palazzo. Gli ignoti malviventi hanno agito alle prime luci dell’alba di ieri, precisamente intorno alle 5,00. E’ stato un attimo, dopo di che il rumore del mezzo, probabilmente un’auto, sulla quale si trovavano gli attentatori. Quindi il silenzio. La scoperta è avvenuta poche ore dopo da parte dei funzionari comunali al momento dell’apertura del portone che hanno notato i sei grossi fori di proiettile allertando, immediatamente, il sindaco Saverio Franzé. Sul posto sono intervenuti poco dopo i carabinieri della stazione del vicino paese di Sant’Onofrio, agli ordini del luogotenente Sebastiano Cannizzaro, e della Compagnia di Vibo, coordinati dal capitano Stefano Di Paolo che hanno avviato le indagini, mentre i bossoli rinvenuti a poca distanza dall’edificio sono stati presi in consegna dal personale della sezione scientifica dell’Arma per le opportune e specifiche analisi. Il nuovo attentato ha suscitato, inevitabilmente, apprensione tra la popolazione che, come detto, già ha assistito negli ultimi 60 giorni a due episodi commessi per mezzo di ordigni rudimentali e diretti contro un negozio di fiori (il 30 dicembre scorso) e un alimentari (26 febbraio). Sul movente si indaga a tutto campo.
Il Comune, pochi giorni fa si era costituito parte civile nell’ambito del processo per l’omicidio di Michele Penna, il giovane assicuratore
del luogo il cui corpo non è stato mai ritrovato. Al riguardo il sindaco Franzé ha voluto precisare che, allo stato, non esistono in alcun
modo collegamenti tra i due fatti. Lo stesso primo cittadino - che ha ricevuto solidarietà bipartisan, ha reso noto di aver già incontrato il
prefetto Luisa Latella e che quanto prima sarà convocata una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza.
Ha poi, voluto, evidenziare che l’attività politica della sua amministrazione è stata condotta sempre all’insegna del «forte senso di responsabilità, della trasparenza e della legalità. Ci siamo anche impegnati in numerosi progetti di recupero di edifici storici e di sostegno alle fasce più deboli, quindi abbiamo sempre operato nel massimo rispetto delle regole, fin da quando abbiamo avviato l’attività amministrativa, dal 2007».
Vista la situazione “calda” Franzé ha lanciato un appello alle istituzioni affinchè possano garantire una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio cittadino in termine di mezzi e uomini.


Il primo cittadino di Stefanaconi invitato a proseguire nella sua azione amministrativa
La politica vicina a Saverio Franzé
A seguito del grave gesto intimidatorio all’indirizzo del palazzo municipale

FIUME di solidarietà al sindaco di Stefanaconi Saverio Franzé dopo il grave atto intimidatorio contro la sede del Comune. Il
mondo politico vibonese si è mobilitato immediatamente per esprimere la propria vicinanza all’amministratore, alla sua giunta e a tutto il consiglio comunale. «Il grave atto intimidatorio - ha affermato il presidente della Provincia, Francesco De Nisi - conferma una volta
di più l'arroganza con cui agisce la criminalità, sia essa delinquenza comune o organizzata, e le enormi difficoltà contro le quali sono costretti quasi quotidianamente a lottare i nostri amministratori locali.
E' indispensabile, invece, alzare ancora di più il livello di attenzione, cercando di fare terra bruciata attorno a chi, in maniera violenta e vile, attenta alla nostra civile e democratica convivenza. Quanto accaduto non farà minimamente deflettere Franzé dal suo impegno amministrativo al servizio dei suoi concittadini».
Solidarietà anche dal candidato a sindaco di Vibo del Pd, Michele Soriano per il quale «la pesante intimidazione non può non allarmare quanti, e sono la stragrande maggioranza dei vibonesi, privilegiano e praticano i valori della legalità e della convivenza democratica. E'
necessario che le forze sane del Vibonese si stringano, in un ideale abbraccio al paese, attorno al sindaco e all'amministrazione comunale
per significare, senza se e senza ma, a quanti agiscono con violenza e prevaricazione che per loro non c'è né ci può essere alcuno spazio
in una società che vuole essere, e non solo chiamarsi, civile».
Un altro candidato a sindaco di Vibo, Antonino Daffinà, in forza all’Udc, ha condannato il gesto affermando che questo «ha destato il massimo sconcerto in tutti noi. Accadimenti come quello subìto dall'intera comunità cittadina di Stefanaconi sono inaccettabili e da parte
di tutta la società civile deve provenire, e sono certo che provenga, la più ferma e assoluta condanna. Un attacco che non può passare sotto silenzio e per il quale la risposta delle istituzioni stesse deve essere tempestiva e altrettanto inequivocabile. Da parte mia, e di tutta la coalizione che mi sostiene, massima solidarietà e vicinanza al sindaco Saverio Franzé e alla comunità cittadina di Stefanaconi».
Parla anche il consigliere regionale del Pd Bruno Censore, attualmente in corsa alla Regione per un posto di consigliere: «Al sindaco Saverio Franzé, all'amministrazione comunale e a tutta la cittadinanza di Stefanaconi va tutta la mia solidarietà e l'incitamento a non mollare
nella lotta alla criminalità organizzata e per l'affermazione della legalità. Il vile e deprecabile atto intimidatorio - aggiunge - è un segnale che non può essere sottovalutato e che deve ricevere come risposta decisa la più ferma condanna. Nel Vibonese bisogna intervenire subito e
con decisione per debellare il problema criminalità».
«Un atto intimidatorio che lascia sgomenti. Un gesto vile e criminale, compiuto da sconosciuti senza il benché minimo senso del vivere
civile, del rispetto, della legalità - ha riferito Michele Pagano, Commissario Noi Sud - Libertà e Autonomia - Un episodio che non può che essere condannato con sdegno e con l’augurio che i responsabili vengano assicurati alla giustizia. A titolo personale e per conto di tutto il movimento che rappresento, esprimo pertanto la piena solidarietà al sindaco Saverio Franzè ed a tutta la comunità di Stefanaconi».
Appena appresa la notizia del grave atto intimidatorio perpetrato ai danni del Municipio di Stefanaconi, la candidata al Consiglio Regionale per la lista Scopelliti Presidente, Patrizia Venturino, questa mattina si è personalmente recata presso il Palazzo Comunale,
quando ancora erano all'opera i militari dell'Arma. «Simili gesti non devono essere sottovalutati - ha affermato Patrizia Venturino - e le
forze dell'ordine, che ringraziamo per il costante impegno profuso, devono vigilare ben sapendo che la schiacciante maggioranza della gente è al loro fianco e rappresenta quella parte sana della nostra società che intende ribellarsi alla criminalità per uscire al più presto
da questa morsa che attanaglia l'intero territorio. Conosciamo la tenacia e la serietà del sindaco di Stefanaconi per cui siamo convinti che questa intimidazione non farà arretrare l'amministrazione comunale dal dichiarato impegno per la legalità».


Dalla Gazzetta del Sud del 2 marzo 2010


L’ennesimo attentato intimidatorio la notte scorsa: sei colpi di revolver sono stati esplosi contro il portone di vetro del palazzo municipale

STEFANACONI SOTTO LA CAPPA DELLA CRIMINALITA’

L’attacco all’Amministrazione potrebbe essere collegato alla costituzione di parte civile nel processo Penna

 

Il sindaco di Stefanaconi, Saverio Franzè, allarga le braccia. Quasi un gesto di amarezza, di sconforto, forse di resa. La violenza criminale non arretra di un solo millimetro nel suo comune, stretto nella morsa delle cosche, dove le intimidazioni e gli attentati non si contano più. Una comunità fiaccata dalla nuova escalation criminale che torna a vivere sotto la cappa della paura, quella che degli anni Novanta quando per un susseguirsi di attentati Stefanaconi venne presidiato dall’esercito.

Questa volta però la violenza criminale ha alzato il tiro: la notte scorsa ignoti hanno sparato sei colpi di revolver cal. 38 contro il portone del Municipio. Un proiettile si è conficcato tra la lamiera e il vetro antisfondamento ed ha centrato l’orologio marcatempo dei dipendenti posto davanti all’ingresso. Gli altri cinque colpi, invece, si sono stampati sul vetro lasciando impresse tre forme di “margherita”.

Un gesto gravissimo quello messo a segno a Stefanaconi «perché questa volta — ha detto il sindaco — non viene ad essere colpita solo l’amministrazione ma con essa tutta la comunità». E arriva dopo un’escalation criminale costellata di altri attentati dinamitardi che hanno fatto saltare in aria tre attività commerciali la cui matrice, quasi sicuramente di stampo mafioso, è ancora al vaglio dei carabinieri della stazione di Sant’Onofrio, competente per territorio anche su Stefanaconi.

Il sindaco Saverio Franzè dopo aver denunciato l’accaduto ai carabinieri non è riuscito a darsi una spiegazione sull’attentato, a trovare un collegamento tra il grave gesto e, l’attività amministrativa. «Non riesco a capire, sono alla guida del Comune da circa tre anni, i pochi appalti pubblici espletati dalla mia amministrazione sono stati fatti attraverso la Stazione unica. Quello che posso dire è che ho sempre operato con senso del dovere, responsabilità e legalità».

Le piste che gli investigatori battono non sono poche anche se quelle maggiormente seguite riguardano i nuovi assetti criminali che sono sicuramente in atto nel piccolo centro del Vibonese, territorio ad alta densità mafiosa, sul quale da tempo allungano i tentacoli altre cosche. In primo piano anche la costituzione di parte civile da parte dell’amministrazione comunale nel processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro per la scomparsa dell’assicuratore Michele Penna, avvenuta il 19 ottobre del 2007, che vede alla sbarra Antonio Emilio Bartolotta, 32 anni, di Stefanaconi, detenuto nel carcere di Lecce, imputato di omicidio e occultamento dì cadavere. Analogo reato è stato contestato ad Andrea Foti, 30 anni del luogo, già condannato davanti al Gup a 16 anni di carcere e rimesso in libertà dal Tribunale del riesame. Sotto processo in stato di libertà anche i coniugi Francesca Foti (sorella di Salvatore Foti inghiottito dalla lupara bianca dopo la vicenda Penna) e il marito Maurizio Sacchinelli, anche loro di Stefanaconi, per favoreggiamento personale.

Dal giorno in cui è iniziato il processo a carico degli imputati, infatti, le intimidazioni nei confronti del sindaco non sono state poche. Alcune di queste anche piuttosto pesanti. Non è un caso che nell’udienza del diciotto febbraio scorso durante il processo Penna, il pubblico ministero della Distrettuale antimafia, Giampaolo Boninsegna, ha chiesto l’acquisizione agli atti del procedimento di tutte le lettere minatorie fatte recapitare ad amministratori, ex amministratori e al parroco di Stefanaconi.

Non sfugge al vaglio degli inquirenti l’escalation criminale di questi ultimi tempi con una serie di attentati. Il primo messo a segno nella valle del Mesima ai danni di un distributore di carburanti con annesso bar, il cui titolare è Salvatore Patania, figlio di Fortunato Patania, ritenuto dagli investigatori personaggio di spicco del paese già coinvolto in passato in diverse operazioni antimafia. A distanza di poco tempo, il 30 dicembre una bomba ad alto potenziale ha distrutto il negozio di fiori di Domenico Lopreiato, figlio di Nicola Lopreiato, per anni ritenuto il boss del paese. E pochi giorni fa, un altro attentato, questa volta sotto il tiro della violenza criminale è finito il supermarket di Fabio Franzè, fratello di Domenico Franzè, coinvolto nella strage dell’Epifania avvenuta a Sant’Onofrio nel gennaio del 2001.

Dinamiche criminali che potrebbero far pensare ad un nuovo assetto sul territorio con le cosche emergenti decise a scalzare la vecchia nomenclatura mafiosa e prendere il sopravvento. Il tutto a fronte di un controllo da parte delle forze dell’ordine del tutto inadeguato. Una nuova sfida quella delle cosche costellata in questi ultimi anni anche da un omicidio eclatante, quello di Antonino Lopreiato, avvenuto la sera del 10 aprile 2008, mentre si apprestava a chiudere il suo negozio di prodotti agricoli. Tutti elementi al vaglio degli investigatori ma di fronte ai quali le indagini segnano il passo. La risposta decisa, ferma, che la comunità vorrebbe non c’è stata e quello che tutti temono è che le cronache nazionali possano presto tornare ad occuparsi di un nuovo “caso Stefanaconi”.


Il sindaco Saverio Franzè chiede maggiori controlli.

SOLO QUATTRO CARABINIERI IN UNA ZONA AD ALTO RISCHIO

Solo quattro carabinieri per tenere sotto controllo due comuni ad altissima densità mafiosa. Sono i militari che operano nella stazione di Sant’Onofrio sotto la guida del luogotenente Sebastiano Cannizzaro, le cui competenze si estendono anche sul territorio di Stefanaconi. La nuova ondata di violenza criminale, caratterizzata da una serie di attentati di fatto mette a dura prova il lavoro degli investigatori. Il sindaco di Stefanaconi ieri ha lanciato l’ennesimo appello: “Servono maggiori controlli. Chi di competenza deve intervenire tempestivamente. Non possiamo rimanere abbandonati a noi stessi».

E negli ultimi anni le cosche hanno nuovamente rialzato la testa. Dalla scomparsa di Michele Penna ad oggi la mappa della criminalità organizzata sul territorio sembra abbia cambiato strategie. Quanto sta accadendo da diversi mesi a Stefanaconi — omicidi, attentati e casi di lupara bianca — lancia segnali allarmanti in tale direzione. Il tutto lascerebbe supporre l’avanzata di nuove leve che, hanno stretto alleanze con le cosche più agguerrite della zona, e tentano di modificare le gerarchie esistenti. Improvvisamente in paese sembra essere tornati agli anni Novanta, l’epoca in cui la lunga sequela di attentati contro gli amministratori dell’epoca, portò l’esercito in paese.


 IN SINTESI

Ennesimo attentato l’altra notte a Stefanaconi. Questa volta sotto tiro è finito in palazzo municipale.

Ignoti hanno esploso 6 colpi di revolver cal. 38 contro il portone di vetro.

Un proiettile si è conficcato all’interno, danneggiando l’orologio marcatempo, ubicato all’ingresso.

L’attentato contro il Municipio offende, secondo quanto dichiarato dal sindaco Saverio Franzè, l’intera comunità e segue ad una serie di attentati dinamitardi che hanno mandato per aria alcuni esercizi commerciali.

L’attacco al Municipio, secondo le prime ipotesi investigative, potrebbe essere collegato alla costituzione di parte civile da parte dell’amministrazione comunale nel processo, in atto davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro, a carico dei presunti responsabili della scomparsa di Michele Penna.


IL MONDO POLITICO CONDANNA COMPATTO L’ATTENTATO INTIMIDATORIO MESSO A SEGNO CONTRO IL PALAZZO COMUNALE

SOLIDARIETA’ AL SINDACO DI STEFANACONI

Solidarietà al sindaco di Stefanaconi Saverio Franzè per l’attentato contro il Municipio. Ignoti l’altra notte hanno esploso sei colpi di revolver cal. 38. Condanna per il vile gesto e solidarietà al sindaco è stata espressa dal presidente dell’amministrazione provinciale Francesco De Nisi e da numerosi esponenti dei mondo politico, nonché candidati alle prossime elezioni.

De Nisi ha ribadito che «il grave atto intimidatorio, perpetrato all’indirizzo della sede comunale di Stefanaconi, conferma una volta di più l’arroganza con cui agisce la criminalità, sia essa delinquenziale comune o organizzata, e le enorme difficoltà contro le quali sono costretti quasi quotidianamente a lottare i nostri amministratori locali».

Secondo il presidente della Provincia, «si tratta di un gesto che, ai pari di tanti altri di analogo tenore già registrati in precedenza, la nostra comunità non deve assolutamente sottovalutare. E indispensabile, invece, alzare ancora di più il livello di attenzione, cercando di fare terra bruciata attorno a chi, in maniera violenta e vile, attenta alla nostra civile e democratica convivenza». De Nisi nel condannare fermamente l’episodio, che si configura anche come un’offesa all’intera ed operosa comunità di Stefanaconi, esprime a tutta l’Amministrazione provinciale «piena e condivisa solidarietà al sindaco, nella certezza che quanto accaduto non lo faccia minimamente deflettere dal suo impegno amministrativo al servizio dei suoi concittadini».

Solidarietà al sindaco Saverio Franzè è stata espressa anche dal consigliere regionale  Bruno Censore: «Ancora una volta — ha detto — siamo costretti ad assistere ad un’altra, l’ennesima intimidazione, che si va ad aggiungere a quelle già perpetrate nel recentissimo passato nei confronti di alcuni imprenditori e amministratori del nostro territorio e che testimonia, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che nel Vibonese è necessario intervenire immediatamente e con decisione per debellare il problema della criminalità. Il vile e deprecabile atto intimidatorio — ha aggiunto Censore — è un segnale che non può essere sottovalutato e che deve ricevere come risposta decisa la più ferma condanna».

Solidarietà a Saverio Franzè è stata espressa anche dai candidati a sindaco Michele Soriano e Antonino Daffìnà, nonché dalla candidata al consiglio regionale Patrizia Venturino. Quest’ultima, recatasi personalmente sul luogo dell’attentato, ha espresso “vicinanza e solidarietà” al sindaco Franzè ed ha voluto ribadire la profonda stima, frutto di antica amicizia e di consapevolezza del difficile lavoro che Franzè sta portando avanti fin dal suo insediamento». Da parte sua Antonino Daffinà, candidato a sindaco dell’Udc, ha invece ribadito che «fatti del genere sono inaccettabili, essi costituiscono un colpo diretto e inequivocabile allo Stato e alle sue istituzioni. Un attacco che non può passare sotto silenzio e per il quale la risposta delle istituzioni stesse deve essere tempestiva e altrettanto ferma».

Secondo Michele Soriano, candidato a sindaco per il Pd, «la pesante intimidazione compiuta ai danni del palazzo comunale di Stefanaconi non può non allarmare quanti privilegiano e praticano i valori della legalità e della convivenza democratica. Il criminale gesto costituisce — ha aggiunto Soriano — una grave ferita inferta all’intera comunità di Stefanaconi, fatta di gente perbene, onesta e laboriosa. E’ necessario — ha sottolineato il candidato del Pd — che le forze sane del Vibonese si stringano in un ideale abbraccio al paese, attorno al sindaco e all’amministrazione comunale di Stefanaconi per significare, senza se e senza ma, a quanti agiscono con violenza e prevaricazione che per loro non c’è alcuno spazio in una società che vuole essere, e non solo chiamarsi, civile».