Da “la Gazzetta del Sud” del 3 novembre 2007 L'infisso attinto da due colpi di fucile caricato a pallettoni Stefanaconi, spari contro il portone dell'abitazione di un assicuratore Si torna a sparare a Stefanaconi, dove la notte scorsa due colpi di fucile, presumibilmente caricato a pallettoni, hanno centrato la porta d'ingresso dell'abitazione di Domenico Cugliari, 37 anni, assicuratore, situata in via Stilon, nel centro del paese. Il danneggiamento è stato compiuto intorno alle 4 del mattino probabilmente da persone giunte a piedi in prossimità dell'abitazione di Cugliari, fratello di Fortunato Cugliari, attuale presidente del consiglio comunale di Stefanaconi, che è stato uno dei fondatori del "Progetto Stefanaconi" e ha ricoperto la carica di vice sindaco durante la prima legislatura guidata da Elisabetta Carullo. Fatti che risalgono a circa una decina d'anni fa e che, all'epoca, videro Domenico Cugliari - come diversi altri esponenti della lista o amministratori - al centro di una sequela di pesanti intimidazioni. «Dopo dieci anni pensavo che cose di questo genere non succedessero più - ha commentato Cugliari - e veramente sono mortificato e arrabbiato al tempo stesso perché di solito a quell'ora il mio bambino scende per bere l'acqua. Non riesco a capire a cosa devo le due fucilate, è davvero inspiegabile». Compiuta l'intimidazione gli ignoti attentatori si sono velocemente allontanati da via Stilon facendo perdere le tracce. Sull'episodio indagano i carabinieri della stazione di Sant'Onofrio al comando del maresciallo Sebastiano Cannizzaro. (m.c.) dal Quotidiano del 5 novembre 2007
Stefanaconi. Dopo i recenti fatti
delittuosi
STEFANACONI - I recenti episodi delittuosi, quali la scomparsa del giovane
segretario dellUdc Michele Penna e degli spari al fratello del Presidente del
consiglio comunale, hanno fatto ripiombare il piccolo comune limitrofo a Vibo in
uno stato di paura che sembra voler riportare la comunità di Stefanaconi a quel
clima di tensione che faticosamente si era riusciti ad abbandonare. A farsi
portavoce di queste preoccupazioni è il sindaco Saverio Franzé per il quale oggi
«1'intimidazione, il tentativo vigliacco di sopraffazione, la volontà di
riportare un senso di paura, sembrano voler riprendere il sopravvento e leggo
nei volti dei miei amati compaesani quel senso di preoccupazione che sembrava
ormai un brutto ricordo. Abbiamo il dovere di ribellarci al ritorno di una
simile strategia. E, per quanto mi riguarda, quale primo cittadino di
Stefanaconi, sento forte l'obbligo di rassicurarli che l'amministrazione che ho
l'onore di guidare su loro mandato non retrocede di un solo passo e continuerà
imperterrita nel suo costante lavoro all'insegna della legalità e nel rispetto
di tutti indistintamente volendo mantenere viva la volontà di impostare ogni
propria azione all'insegna del dialogo e del confronto costruttivo per l'unico
fine che è lo sviluppo e la crescita della comunità intera. Ognuno, nel proprio
ruolo e nel proprio ambito, deve continuare a fare il proprio dovere nel
rispetto della legge, nella certezza che le Istituzioni sono al suo fianco e lo
sosterranno affinché la serenità e l'armonia nella convivenza civile e nel
rispetto della legalità rimangano punti di riferimento, unici, certi ed
insostituibili per la nostra Stefanaconi». da "Il Quotidiano" del 6 novembre 2007 Stefanaconi - Nelle celebrazioni del 4 novembre un forte richiamo alla pace e alla libertà «Garantire la democrazia è un dovere collettivo» La giornata dei caduti e delle forze armate in un momento di particolare apprensione per il paese STEFANACONI - Mai ricorrenza dei caduti poteva essere più significativa, con i suoi richiami ai valori della pace, della libertà e della democrazia, come in questa particolare circostanza in cui il paese si trova a registrare episodi inquietanti che turbano la serenità e il clima di civile convivenza che questa comunità aveva da tempo ritrovato. Agli episodi intimidatori registrati in questi giorni e, soprattutto, alla misteriosa scomparsa del giovane assicuratore Michele Penna, si è inevitabilmente indirizzato il pensiero di molti nel giorno in cui l’Italia ha celebrato l’anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale e la giornata delle forze armate. Lo stesso don Salvatore Santaguida, che ha officiato le solenni celebrazioni, si è più volte richiamato ai concetti di pace e di democrazia ricordando che «I nostri fratelli caduti durante tutte le guerre ci permettono oggi di essere liberi in questa terra. L’uomo - ha proseguito il parroco nella sua omelia - a volte si sente autosufficiente e non bisognoso di Dio. Si dimentica di essere una creatura e compie azioni e progetti come se dovesse vivere in eterno. Cerca di conquistare il mondo, di dominarlo, senza capire che invece la sua vita è limitata e deve essere spesa a fin di bene». Ricordando poi la celebre affermazione di Papa Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia” il sacerdote è intervenuto sull’attualità locale affermando che: «se non rispettiamo i diritti fondamentali dell’uomo non ci sarà mai pace. L’ingiustizia e la prepotenza mafiosa ci allontanano dalla pace. La mafia opprime i deboli, si ramifica in mezzo a noi, non si vede, all’apparenza non c’è, ma si fa sentire perché i figli delle tenebre sono più prudenti dei figli della luce». Parlando, ancora, di pace e democrazia don Salvatore ha aggiunto: «Ringraziamo oggi tutti coloro che hanno combattuto per noi. Garantire questa democrazia è un dovere che appartiene a tutti coloro che svolgono un’attività pubblica e istituzionale, ma appartiene soprattutto alla famiglia, prima fonte di democrazia. È da piccoli che si impara a ripudiare le armi, ad esempio. Non dimentichiamo mai che se le famiglie non intervengono sull’educazione dei figli, la chiesa e la scuola possono fare ben poco. Rivolgiamo quindi una preghiera a tutti coloro che sono caduti per noi - ha invitato il sacerdote - ma anche ai più piccoli tra noi, che sono il futuro del mondo, il nostro domani, facciamo attenzione a quello che gli stiamo insegnando». Un sentito pensiero è stato poi rivolto, ancora una volta, dal sacerdote al giovane scomparso: «Preghiamo insieme per la scomparsa di Michele Penna. Non rassegniamoci nel ricordo e non rassegniamoci mai nella preghiera, perché qualcosa si muova e ci aiutino a ritrovarlo in qualsiasi modo, perché la nostra comunità non viva più in questa situazione di angoscia». Dal sindaco Saverio Franzè sono arrivate poi parole di riconoscenza verso: “I tanti combattenti - italiani e stefanaconesi - che hanno lottato, sofferto e perso la vita per l’unità d’Italia, pagina drammatica e fondamentale per la nostra storia”. «La ricorrenza di oggi - ha proseguito il sindaco - è un tassello fondamentale di un comune percorso della memoria e deve rafforzarsi come solennità della Repubblica. L’Italia, grazie all’eroico sacrificio di quegli uomini, può vivere oggi nella pace mentre, altrove, focolai di guerra divampano ancora. Questa ricorrenza è densa di attualità, tragicamente attuali sono i conflitti che insanguinano il mondo, la guerra, la fragilità della pace. Occorre meditare e riannodare i fili della memoria - ha rimarcato Franzè -, sollecito i più giovani a questo riguardo, a riflettere sui valori della Patria, ad apprezzare la pace, perché solo dove regna la pace c’è libertà e democrazia». Un pensiero è stato rivolto dal sindaco ai soldati italiani impegnati nei diversi teatri di guerra e a quelli caduti nel corso della storia in tutte le parti del mondo. Saverio Franzè ha poi richiamato l’attenzione sulla: “serie di intimidazioni e sopraffazioni che sembrano voler riprendere il sopravvento a Stefanaconi”. «Leggo sui vostri volti - ha rivelato il sindaco - una preoccupazione che sembrava un lontano ricordo. Abbiamo il dovere di ribellarci ad una simile strategia. Sappiate che l’amministrazione non retrocederà di un solo passo e continuerà nel suo costante lavoro all’insegna della legalità e nel rispetto di tutti. Ogni nostra azione - ha garantito Franzè - sarà improntata al dialogo e al confronto costruttivo per la crescita della comunità intera».
|