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"Gli animali"

 

Stefanaconi durante la Pasqua del 2010

A farvetta - La capinera

Nel dialetto stefanaconese la capinera è chiamata "farvetta". La capinera è un uccello diffuso quasi in tutta Europa, con eccezione dei paesi più a nord che sono troppo freddi per le sue abitudini. Lo si può trovare anche in alcune regioni dell'Africa e dell'Asia. Il suo habitat naturale è la campagna e i boschi alberati, ma è abbastanza diffuso anche in città, nei giardini e negli orti, in particolare ama le piante d'edera nelle quali si nasconde e trova una ricca quantità di bacche ed insetti di cui si nutre.

Descrizione generale: misura circa 14cm di lunghezza e presenta una colorazione grigia del piumaggio con la parte superiore della testa nera (da cui deriva il suo nome) nel maschio, mentre è rossiccia nella femmina. E' un uccello molto vivace ed agile, a cui piace saltare da un ramo all'altro e spostarsi, così, da un albero all'altro. Dotato di un bellissimo e dolcissimo canto che può essere paragonato a quello dei migliori cantori come l'usignolo o il cardellino. Essendo un uccello molto vivace, a cui piace la libertà, non si presta alla cattività, infatti, non sono rari i casi in cui se rinchiuso, si lascia morire.

A Stefanaconi: da bambini si diceva "jamu a caccia di farvetti" ?

 

 

Riproduzione: il periodo d'accoppiamento si aggira tra maggio e luglio, il nido, di dimensioni piccole, è costruito nei boschi, nei giardini, nei cimiteri, tra le piante e le siepi più folte, ben celato dalle foglie e colllocato quasi sempre alle biforzazioni dei rami. La covata, che avviene generalmente due volte l'anno, è costituita da 4-6 uova, di colore beige con puntini o macchioline scure. Le uova sono covate sia dalla femmina che dal maschio per un periodo di 14 giorni circa. I Piccoli sono alimentati da entrambi i genitori e lasciano il nido tra i 10-13 giorni di vita, ma continuano ad essere ancora imbeccati dai genitori fino a quando non sono completamente autosufficienti. In caso di morte improvvisa della femmina, il maschio potrebbe allevare da solo la prole fino allo svezzamento dimostrando di essere, anche da solo, un ottimo genitore. Le capinre dimostrano anche una buona astuzia, infatti, se la prole è in pericolo, a causa di un qualche predatore, uno dei genitori cerca di attrarre l'attenzione del predatore fingendosi malato e in difficoltà. Sono state osservate delle capinere che fingendosi non in grado di volare, rimanendo sul suolo, compiendo piccoli salti e muovendo le ali a ripetizione richiamano l'attenzione del predatore, distogliendola dal nido e dai piccoli e appena quest'ultimo si avvicina all'uccello adulto per catturalo scappa via con una agilità ed una velocità impressionante lasciando così sul posto il predatore.

Alimentazione: è costituita essenzialmente da piccoli insetti, larve, bacche e frutta, ma non disdegna nemmeno semi, come quelli di cachi, che predilige mangiare direttamente dal frutto e di cui sembra particolarmente ghiotto.


 


 


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Ultimo aggiornamento il 22/09/2012