"Gli animali"
A farvetta - La capinera Nel dialetto stefanaconese la capinera è chiamata "farvetta". La capinera è un uccello diffuso quasi in tutta Europa, con eccezione dei
paesi più a nord che sono troppo freddi per le sue abitudini. Lo si può trovare
anche in alcune regioni dell'Africa e dell'Asia. Il suo habitat naturale è la
campagna e i boschi alberati, ma è abbastanza diffuso anche in città, nei
giardini e negli orti, in particolare ama le piante d'edera nelle quali si
nasconde e trova una ricca quantità di bacche ed insetti di cui si nutre. A Stefanaconi: da bambini si diceva "jamu a caccia di farvetti" ?
Riproduzione: il periodo
d'accoppiamento si aggira tra maggio e luglio, il nido, di dimensioni piccole, è
costruito nei boschi, nei giardini, nei cimiteri, tra le piante e le siepi più
folte, ben celato dalle foglie e colllocato quasi sempre alle biforzazioni dei
rami. La covata, che avviene generalmente due volte l'anno, è costituita da 4-6
uova, di colore beige con puntini o macchioline scure. Le uova sono covate sia
dalla femmina che dal maschio per un periodo di 14 giorni circa. I Piccoli sono
alimentati da entrambi i genitori e lasciano il nido tra i 10-13 giorni di vita,
ma continuano ad essere ancora imbeccati dai genitori fino a quando non sono
completamente autosufficienti. In caso di morte improvvisa della femmina, il
maschio potrebbe allevare da solo la prole fino allo svezzamento dimostrando di
essere, anche da solo, un ottimo genitore. Le capinre dimostrano anche una buona
astuzia, infatti, se la prole è in pericolo, a causa di un qualche predatore,
uno dei genitori cerca di attrarre l'attenzione del predatore fingendosi malato
e in difficoltà. Sono state osservate delle capinere che fingendosi non in grado
di volare, rimanendo sul suolo, compiendo piccoli salti e muovendo le ali a
ripetizione richiamano l'attenzione del predatore, distogliendola dal nido e dai
piccoli e appena quest'ultimo si avvicina all'uccello adulto per catturalo
scappa via con una agilità ed una velocità impressionante lasciando così sul
posto il predatore.
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Ultimo aggiornamento il 22/09/2012