Franza il portale di Stefanaconi

 

"Alberi e piante"

 

Stefanaconi durante la Pasqua del 2010

U cutugnaru; il melo cotogno

Non posso non farvi partecipe di un piacere che in questi giorni il sottoscritto gode appena fuori dall’uscio di casa.

E’ fiorito il mio melo cotogno, u cutugnaru, che ho piantato 4 anni fa con le mie mani e che ogni anno mi regala lo spettacolo della fioritura e verso metà autunno, di splendidi frutti. Non abbiamo le comodità, l’offerta di cultura e di frivolezze che la città offre ma sono altre le gioie che ci offre l’opportunità di vivere in un piccolissimo centro come Stefanaconi. Salvare una capinera; ritrovarsi un simpaticissimo riccio in garage; godere della fioritura degli alberi a partire dal bellissimo mandorlo e, in questi giorni, della preziosa fioritura del melo cotogno. Sono queste altre soddisfazioni che non mi fanno certamente rimpiangere la vita di città dove ho lungamente vissuto.                    Giovanni Battista Bartalotta 

Il melo cotogno (Pyrus cydonia)

Il cotogno è una delle più antiche piante da frutta conosciute essendo noto fin dal settimo secolo avanti Cristo . Originario dell`Asia minore, venne importato anche in Europa e in Italia, dove il clima mite era propizio alla sua coltivazione. Ha frutti (piriformi o maliformi) dalla polpa acidula, apprezzati freschi solo da pochi amatori, ma consumati soprattutto cotti nella notissima cotognata. I frutti maturi un tempo venivano messi nella biancheria per profumarla

I frutti sono nodosi e duri, maturano tra la fine dell´estate e l´inizio dell´autunno ed hanno un sapore astringente, con un torsolo al centro e piccoli semi neri, esattamente come le mele. La Cotognata è una conserva, anche se un po´ speciale: si può descrivere come una marmellata molto densa di consistenza tale da poter essere consumata senza essere spalmata, non dolcissima, dall´aspetto quasi translucido e dai caldi colori autunnali (tipico il bruno-rossastro), con profumo intenso e aromatico. Si ottiene dalla cottura lentissima delle mele cotogne, con un procedimento piuttosto semplice: le mele cotte sono passate al setaccio e messe nuovamente su fuoco bassissimo con l´aggiunta di zucchero, fino a raggiungere la consistenza e il caratteristico colore. Il profumo della cotognata è uno di quegli aromi che caratterizzano l´atmosfera invernale. Il primo "assaggio", infatti, ha luogo all´inizio dell´inverno, assieme ai fichi secchi. Si gusta semplicemente prendendone un pezzetto in mano, o si serve in un piattino con l´aggiunta di un po´ di zucchero semolato. Si accompagna splendidamente con un bicchierino di rosolio fatto in casa (magari un Nocino). In questo dolce si ritrovano la semplicità e l´esperienza antica in grado di trasformare quello che forse è uno dei più rudi frutti della terra, le mele cotogne, in una prelibatezza.

COTOGNATA
INGREDIENTI UTILIZZATI: Mele cotogne, acqua, zucchero.
Mettere le mele in una pentola con acqua e farle cuocere fino a che siano cotte ma non sfatte. Scolarle, tagliarle in spicchi e togliere i torsoli ed i semi, passarle poi al passaverde e pesarle. Mettere lo stesso peso di zucchero in una pentola d'acciaio con mezza tazza di liquido di cottura e lasciare cuocere a fuoco basso fino a che lo zucchero sia ben sciolto; quindi asciugare le mele passate, mescolare e proseguire la cottura a fuoco molto basso per 20 minuti, sempre mescolando. Versare la cotognata calda in un piatto da portata piano unto con un po’ di olio, formando uno spessore di circa 4 cm.. Lasciare riposare per una settimana, quindi tagliare la cotognata a strisce larghe 3 cm.. Lasciare le strisce ad asciugare su un vassoio per circa 10 giorni girandole di tanto in tanto. Da ultimo tagliare le strisce a dadoni e metterle in un contenitore di vetro: si possono conservare a lungo.

 


 


 


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Ultimo aggiornamento il 22/09/2012