Limito (detto di pianta) , agg.

 

 Che si trova esattamente al confine tra un fondo e l’altro. “… Esso Signor Domenico Rettura spontaniamente|| con giuramento ha asserito, ed asserisce nella riferita nostra presenza come, avendo nell’anno mille sette cento cinquanta otto liberamente, senza patto de retrovendendo, comprato da Giuseppe Romano di detto Casale di Paravati, per docati cento trenta nove, e grana settanta cinque, franchi per il veditore||, una Terra in luogo detto Capoana, sita, e posta nelle pertinenze del Casale di Paravati, di capacità tumolate cinque circa quoad corpus, et non ad mensuram, e per quanto è, alborata di quercie limite, e d’un piede in mezzo di detta Terra, ed altresì di un piede di ulivarello…”  (Nr Marco Antonio Catalano di Mileto, 21.1.1764). “… Essi antedetti Conjugi Domenico Restuccia, e Caterina Iannello spontaniamente||, con giuramento, et in solidum||, hanno asserito, ed asseriscono nella riferita nostra presenza come veri Signori, e Padroni, e con giusto Titolo, e buona fede avere, tenere, e possedere in pertinenze di detto San Caloggero una Terra in luogo detto li Forraggi, di stuppellate sei circa aratorie con quercie limite|| quoad corpus, et non ad mensuram, e per quanto è||…”  (Nr Marco Antonio Catalano di Mileto, 8.2.1779).  “… e gl’altri carlini cinque per Crupi, figlio di detta Anastasia, sopra altra terra contigua alla sudetta, nomata Desiato e Scaloni, di stoppellate sei circa, con querce proprie e limite, con ulivi, noci e vigna, limito dal ponente il Magnifico Vincenzo Condoleo, dal levante il fondo medesimo, dal mezzogiorno vallone corrente e dalla tramontana la stessa Cappella…”  (Nr Michelangelo Massara di Limbadi, 20.2.1788).