Il Campanile - anno V - numero 1

Intervista all'ins. Anna Arcella

agosto 1997

 

 

Rispettando la linea della nostra rubrica, anche in questo numero del nostro periodico, abbiamo intervistato uno dei personaggi che spesso ha dimostrato attaccamento per il luogo natio.

I) Da quale "humus" è scaturita la sua passione, per la ricerca di notizie, per lo studio di documenti, l'esame di testimonianze riguardanti il passato del nostro piccolo centro?

Non è facile rispondere! Una passione te la ritrovi dentro, così, senza sapere di preciso, come, quando, perché sia nata. Alla base credo ci sia, anzitutto, l'amore per il luogo "cui tu appartieni prima ancora che esso appartenga a te." Amore connaturato ad ogni essere umano, come, eloquentemente, testimoniano tutti gli emigrati (lo sono stati, per parecchi anni, prima ancora che io nascessi, mio padre e un mio zio celibe) e, nella letteratura le opere di autori molto o poco noti. I legami affettivi si innestano sul grande interesse per la storia in generale, per quella della Calabria in particolare, "contagiatomi" da mio padre che, ancora piccola, mi conduceva in solitarie chiese dalle origini leggendarie, in grotte e anfratti dove avevano trovato rifugio monaci e briganti; da bravi insegnanti del corso inferiore e superiore di studi.

II) Come è nato "Appunti su Stefanaconi", il volumetto da lei fatto stampare nel marzo 1985?

L'idea di mettere per iscritto quanto, con attenzione, a volte, anche con stupore e senso di paura, avevo ascoltato da adulti con i quali ero in dimestichezza, mi era più volte balenata nella mente, sia pure in maniera molto vaga. Il motivo concreto sorse quando cominciai ad insegnare in paese. I programmi didattici del tempo, al pari di quelli attualmente in vigore, volevano che lo studio della storia, della geografia e delle scienze, partisse dall'ambiente locale, consigliando escursioni nel territorio, visite a monumenti, a "vestigia", del passato. Si rese necessario esplorare, verificare, arricchire notizie già apprese e, quindi, opportuna la stampa di un volumetto di agevole consultazione per gli alunni anche negli anni della scuola media.

III) Tra le "carte" manoscritte esaminate nei vari archivi, quali l'hanno particolarmente colpita?

Diciamo che sono state parecchie e per motivi diversi. Veramente "mozzafiato" quelle contenenti la lunga cronaca, redatta dall'arciprete di Stefanaconi del tempo, don Saverio Caparrotta, sulle scosse sismiche iniziate il 5 febbraio 1783 alle ore "diciannove passate", corrispondenti alle tredici del nostro orario solare.