Il Campanile - anno II - numero 1

A Chiesiola

agosto 1994

 

 

Con queste parole, comunemente, si designa la chiesa dell'Assunta, sita nelle immediate vicinanze di Piazza della Vittoria, inserita in quello che fu, in passato, "l'orto dei Natolo".

Sia per quanto attiene alla chiesa, che per quanto riguarda la Congregazione in essa installata, rimangono molti lati oscuri. Nell'archivio parrocchiale, di questo tempio non vi è traccia alcuna. Il "Regio Assenso" è quello concesso alla congregazione intitolata alla Natività di Maria Santissima, sorta in Santa Maria della Consolazione, oggi del Carmelo. Immediatamente dopo il sisma del 5 febbraio 1783, una capanna per alloggiare il Santissimo fu eretta nell'orto del Magnifico Giò Leonardo di Natolo. E' da ritenere che proprio sull'area occupata da questa capanna sia sorta la chiesetta, alla cui edificazione contribuì anche il comune. Nell'anno 1801, il Vescovo oltre al tempio di S. Maria del Carmelo visitò quello del sodalizio laicale sotto il titolo di Santa Maria della Consolazione.

Nel 1817 si lavorava alacremente per poter accogliere la Parrocchiale che alloggiava ancora nella baracca tra i vecchi ruderi. La prima, completa, descrizione dei tempio è datata 1892. E` detto che la confraternita sotto il titolo della Natività di Maria era la più antica; che la festa della titolare veniva celebrata il 1° agosto, con le offerte e la collaborazione dei fratelli e del popolo; che le insegne erano camice bianco di tela e rocchetto di raso rosso orlato con nastro color celeste; che il priore, Paolo Carullo, era stato eletto, per la prima volta, l’anno 1884 e poi confermato ogni anno il primo gennaio; che gli assistenti (Raffaele Arcella e Salvatore Morelli), il cassiere (Antonio Gallelli), il segretario (Pasquale Bruzzano), erano stati eletti l'anno 1891 e confermati nell'anno in corso; che tra fratelli e sorelle, contava circa 700 iscritti. I diritti e gli obblighi dei congregati erano identici a quelli della congregazione del Carmelo, pur se ugualmente annotati dettagliatamente.

Pressappoco gli oggetti e i paramenti sacri erano come quelli di "Santa Maria": un vessillo (con panneggio in seta rossa), tre croci (una grande per processione, una di penitenza, una di passione), il calice (uno) con la coppa d'argento e il piede di ottone dorato, una patena1, la chiave della custodia anche d'argento, due corone (sempre in argento), a forma di aureola una, a forma imperiale l'altra; in più due "guarda file" e la mazza del Priore. Il Rettore Spirituale era il sacerdote Gaetano Natoli, nominato nell'anno 1879.

"La detta chiesa è ad una sola nave. E' tutta costruita di pietra e calce con intonaco fino ed ornato in gesso, dipinta al di dentro, di color verde chiaro e color bianco. Ha tre altari; l'uno maggiore con quattro colonne, con fregi ornati, nel cui centro va situato il quadro della Vergine Santissima ... Gli altri due altarini minori, l'uno a destra, e l'altro a sinistra di chi entra, sono dedicati l'uno alla Vergine S.S.ma Addolorata, l'altro a S. Giuseppe...

Il pavimento è a mattoni e in buone condizioni, ma macchiato in diverse parti. Le finestre sono 6, un po' male andate e che richiedono delle riparazioni, specialmente in fatto di vetri. Vi è una sola porta maggiore che si chiude di fuori con chiave. Sopra della porta maggiore vi è l'orchestra per l'organo. Il campanile è al lato sinistro del frontespizio, ha due campane, e si solleva un po' al di sopra della facciata, che alla sua volta è intonacata, e dipinta di color bianco e celeste.

Possiede tre statue. Quella della Vergine, che è la títolare, il Cristo Risorto, e quella di San Giovanni Apostolo ed Evangelista - tutti in legno dipinto.

Possiede una balaustra di ferro che serve a separare il luogo destinato ai fratelli, da quello destinato al resto dei popolo. Ha una piccola sacrestia con armadio nel quale si conservano gli arredi sacri, con rispettivo genuflessorio, e carta per la preparazione, e ringraziamento della S. Messa.

Vi è ancora lo stallo2 dove siedono gli Ufficiali durante le funzioni, e 9 banchi in legno mobile da servire per commodo dei fratelli. Ha il pergamo3 in legno dipinto..."; si è omessa la trascrizione degli ornamenti degli altari: candelieri in legno inargentato, palme-fiori di carta dorata, carte gloria, tovaglie di tela di lino, pietra sacra coperta da tela incerata. Si è tralasciato anche dì riferire che la mensa dell’altare maggiore era in legno di noce.

Questa chiesa, sull'altare maggiore aveva un quadro, come si è visto, mentre Santa Maria aveva una espressiva statua. Le statue, di entrambe le chiese, che venivano portate in processione (e vengono tuttora) erano chiuse in armadi a vetri situati in prossimità dell'altare. La statua dell'Assunta è stata restaurata; personalmente ignoro la data precisa in cui fu scolpita - una statua, non identica, ma affine per vari aspetti, trovasi nella chiesa di San Leoluca, di Vibo Valentia.

Al cimitero, la confraternita della "Chiesiola" ha la sua cappella funeraria.

Anteriormente alla costruzione del cimitero (1889) è da presumere che i confratelli venissero inumati nella chiesa matrice e in "Santa Maria"; non vi è infatti memoria (né scritta, né orale) dell'esistenza di fosse sepolcrali all'interno del tempio.

Tra le due congregazioni non vi sono mai state, come in altri luoghi, forti rivalità. Nelle manifestazioni religiose più importanti il "posto d'onore" spetta a questa confraternita; tuttavia non è da trascurare il fatto che quando si tratta di "ospitare", con molta cortesia, il posto privilegiato (vicino alla statua dell'Assunta, per esempio, il 15 agosto) viene ceduto ai congregati di "Santa Maria". Stante tutto questo, è da ritenere che per qualche disposizione di legge (da me ignorata) emanata dopo il "Flagello" del 1783, consensualmente, i confratelli abbiano deciso di separarsi, onde avere la possibilità di avere una chiesetta di nuova costruzione, solida e sicura, e inoltre di usufruire delle agevolazioni concesse per la riparazione delle chiese crollate. Come si è potuto rilevare, nel 1892, già esistevano le tre statue protagoniste della sacra rappresentazione detta "Affruntata". Anteriormente al 1783, esisteva, all'interno della chiesa matrice, un altare dedicato all'Addolorata (se vi fosse il quadro o la statua non è noto) ma nessuna traccia di San Giovanni o del Cristo Risorto. E' chiaro che la prima "Affruntata" si svolse (come si svolge tuttora) per iniziativa della congregazione installatasi nella chiesa "nuova", dopo aver provveduto ad acquistare le statue.

Nell'anno 1931 la confraternita "sotto il titolo di Maria Assunta in Cielo", si componeva di 642 iscritti (300 maschi e 342 femmine). La retta dei fratelli era di lire 1,55 l'anno.

Furono raccolti, nello stesso anno 1931, 79 tomoli di grano, che si vendettero a lire 50 il tomolo, e tomoli 20 e 1/3 di granone venduto a lire 31 il tomolo. Dai documenti affiora qualche screzio, avvenuto nei primi decenni di questo secolo, tra i dirigenti della congrega e il Rettore Spirituale. Mutano i tempi! L'uomo però, essenzialmente, è sempre lo stesso, con le sue "grandezze" e con le sue "miserie".

 

(1) Piatto rotondo, leggermente incavato, sul quale è posta l’ostia, per la celebrazione della messa.

(2) Sedile in legno.

(3) Pùlpito.