Buonasera signorina... di Nicola Arcella

Molti mi hanno chiesto del perché io, Presidente della Pro Loco Motta San Demetrio, non abbia al pari degli altri portato l'estremo saluto al Nostro Presidente Onorario Signorina Anna Arcella. Due sono stati i motivi ostativi, perché fino alla fine della cerimonia funebre, ero indeciso se intervenire o meno. Il primo di natura personale ed emotiva poiché, conoscendo a fondo la Signorina, ero a Lei legato da profondo e sincero rapporto di stima, rispetto ed ammirazione ed ho preferito non esserci. Il secondo, dettato dalla ragione, perché sapevo che la Signorina non avrebbe apprezzato tutte queste cerimonie. Per una sorta di rispetto postumo, ho preferito far parlare il silenzio sacro e religioso a nome mio e di tutti i soci che Le hanno voluto bene. Non so se ho fatto bene o male, è quello che mi sentivo di fare, non dovevamo dimostrare a nessuno la riconoscenza della Pro Loco verso chi ha sempre condiviso ed apprezzato i nostri sforzi. Buonasera Signorina.. .permesso, . . .disturbo?" Lei rispondendomi diceva " Avanti Nicola, entra". Questo il rituale che si ripeteva in ogni mia visita. Aprendomi il portone di casa, mi precedeva salendo lentamente e stancamente le scale, facendomi sentire in colpa poiché volevo evitarglielo. A volte mi rimproveravo di ciò e Lei brontolando mi ammoniva dicendomi di non preoccuparmi perché un po' di moto Le faceva bene. Entrati nella sala da pranzo, ci sedevamo e sul tavolo erano sparsi libri aperti, giornali, riviste, fogli volanti con appunti ed ultimamente con sempre maggiore frequenza scatole di medicinali. Iniziavo io a raffica altrimenti la Signorina precedendomi non mi avrebbe fatto parlare. Le raccontavo delle tante iniziative e manifestazioni promosse dalla Pro Loco, Lei ascoltava in silenzio e di tanto in tanto mi poneva delle domande interrompendomi. Esaurito tale argomento, si parlava e si commentavano alcuni articoli che avevano colpito la sua attenzione, a volte mi coglieva impreparato, ma non me lo ha mai fatto pesare. Discorrevamo per ore, senza che ci accorgessimo che il tempo trascorreva velocemente, tante volte mia moglie mi chiamava al telefonino. Con grande piacere ho scoperto, conoscendola, che con la Signorina non mi accomunava solo il cognome. Entrambi avevamo una ammirazione incondizionata per Monsignor Bregantini, vescovo della Diocesi Locri-Gerace, e leggevamo gli articoli che scriveva sul Messaggero di San'Antonio. Ci legava ancora l'amore per la poesia, la letteratura, parlavamo spesso di Pascoli, Foscolo, Leopardi ed in tutto questo emergevano le mie numerose lacune dovute a studi tecnici. Lei metteva a mia disposizione la Sua cultura, la Sua preparazione, la Sua memoria recitando versi. Da sempre ho considerato la Signorina il mio archivio personale, la mia biblioteca poiché quando avevo bisogno di qualche notizia Lei era sempre lì pronta a darmela. L'amore per la poesia, mi ha fatto apprezzare e conoscere un poeta "sambiasoto" che Lei amava tantissimo F. Costabile. La semplicità delle sue poesie, i temi in esse trattati, mi hanno fatto scoprire la profondità e la realtà della condizione meridionale, ed in particolare di alcune fasce sociali meno abbienti. Nelle struggenti poesie di Costabile ( la raccolta: La rosa nel bicchiere), emerge il rapporto travagliato tra un figlio e suo padre, che ha scelto di vivere altrove per lavoro. Anche per la Signorina la figura paterna ha avuto una grande ed influente importanza. Parlandomi del Suo papà le si riempivano gli occhi di una viva emozione; molto frequentemente mi

ricordava del duro lavoro nei campi, di come nonostante tutto trovasse il tempo per leggere e studiare nelle pochissime pause. L'amore per la poesia, la letteratura, la lettura, mi diceva sempre che Le era stato trasmesso dal papà. La Signorina dall'apparenza severa, rigida, burbera, era in realtà molto sensibile, carica di umanità, timida, schiva ed impulsiva. Il suo apparire era una forma di autodifesa, per vincere l'innata timidezza. Per questi aspetti del suo carattere, non amava mettersi in mostra, rifuggiva le occasioni nelle quali doveva esporsi al pubblico. Mi ricordo di quanto dovevo pregarla affinché in talune occasioni, facendosi coraggio, prendeva la parola. Nonostante queste paure, ha sempre fatto una bella figura, trasmettendo le sue ansie, i suoi sentimenti a chi ascoltava. Ogni volta che doveva parlare in pubblico, l'assalivano le paure, le incertezze, i dubbi, la timidezza, la paura di sbagliare ed io a tranquillizzarla dicendole che se la sarebbe cavata così come sempre in maniera egregia. Sapevo di esserLe di grande conforto e pretendeva che mi sedessi sempre vicino a Lei, poiché questo La tranquillizzava e La rassicurava. La Signorina facendo finta di non capire, sapeva che ero io ad avere bisogno del Suo sostegno e non viceversa. L'ultima Sua uscita pubblica è stata giorno 11 maggio per la celebrazione di intitolazione di una via pubblica al generale Morelli, altro nostro illustre compaesano. Da alcuni giorni la Signorina stava male, sapevamo quanto ci tenesse ad essere presente alla cerimonia perché legata da vincolo d'amicizia con il generale ed i suoi familiari. Noi della Pro Loco molto più di Lei e pregavamo e speravamo che ce la facesse a partecipare. Ci eravamo quasi rassegnati convinti che sarebbe toccato a me rappresentare indegnamente la Pro Loco per l'occasione. Devo ad onor del vero, dire che la Signorina bontà, Sua riponeva in me grande fiducia, e mi esortava ad essere sempre presente e prendere la parola nelle ricorrenze importanti a nome della Pro Loco. Ritornando a giorno 11 maggio, mi chiama F. Griffo dicendomi che la Signorina sarebbe venuta alla cerimonia e che però a causa di impegni assunti precedentemente, i nipoti non potevano portarla. Lei espressamente aveva preteso che fossi io ad accompagnarla. Mi sono sentito orgoglioso, e subito Le ho telefonato per manifestarLe la mia totale disponibilità e ci mettemmo d'accordo sull'orario. Mi ricordo che sono arrivato con leggero anticipo, la Signorina si stava preparando, accudita dalla nipote, facendomi entrare, si scusava. Le ho risposto scherzando, che come tutte le donne, aveva bisogno di molto più tempo, ma che poteva fare con calma. Una volta pronta, siamo usciti e sedutasi sulla mia auto, siamo arrivati al Comune. Durante il breve tragitto, mi parlò dell'intervento che voleva tenere trovandomi subito d'accordo e cercando come sempre un po' di sostegno morale. Quel giorno la Signorina era molto determinata, ci impiegò poco a tranquillizzarsi. Scesi dalla macchina, mi prese sottobraccio, quasi a volersi fare forza e rassicurarsi e salimmo le scale che portano alla nuova sala del Consiglio Comunale. Ci siamo seduti e come sempre pretese che fossi lì vicino. Quando toccò a Lei intervenire, vinta l'ansia da subito, lesse senza tentennamenti la lettera suscitando nei presenti forti emozioni e tanta commozione. Terminata la cerimonia, l'accompagnai a casa, mi chiese come se l'era cavata e vista la mia risposta, si tranquillizzò. La salutai ripromettendomi che sarei andata a trovarLa il più presto possibile. Seppi dopo che durante la notte si sentì male, e che non volle essere ricoverata nonostante il bisogno.

Nell'ultima visita a casa sua Le portai un libro presentato alcuni giorni prima a Vibo Valentia, invitandoLa a leggerlo che poi lo avremmo commentato assieme. Non credo abbia avuto il tempo di leggerlo, so che esso è riposto in un cassetto nella sua cameretta. Pochi giorni prima della sua dipartita, sono andato a visitarLa in ospedale. Quando mi vide, abbracciandomi mi sussurrò le Sue intenzioni, e molto rammaricata perché sapeva di non farcela. Ho cercato di tranquillizzarLa spronandoLa a rimettersi presto in sesto perché tanti altri progetti ci attendevano, ed era richiesta la Sua presenza. Congedandomi, mi esortò a pregare per Lei, e ridendo Le dissi che ero la persona meno indicata a farlo, ma che ci avrei provato a modo mio. E' stata l'ultima volta che ci siamo visti, poi la brutta notizia del Suo decesso arrivata come una mazzata in mattinata, presto, con una telefonata inaspettata. Per uno strano caso del destino, il giorno della Sua morte, ha coinciso con l'elezione di un nuovo Sindaco a Stefanaconi. Anche per questo, sarà per tutti più facile ricordarsi la data della Sua dipartita. Uno striscione legato ad un balcone fa la sua comparsa in questi giorni. . .recita " Stefanaconi cambia stagione. La primavera è finita." Da stasera saremo tutti più poveri perché la Signorina non è più di questo mondo. Buonasera Signorina.

 

Con riconoscenza e l'affetto di sempre i soci della Pro Loco " Motta San Demetrio" di Stefanaconi.

Nicola Arcella